lunedì 19 marzo 2018

CIMA LOVARASTE E CIMA CENTRALE (07/10/2017)



CIMA LOVARASTE E CIMA CENTRALE (07/10/2017)
- Regione: Veneto, Vicenza
- Gruppo: Piccole Dolomiti, Gruppo Carega, sottogruppo Fumante 
- Elevazione: 1970m slm (Cima Centrale) 
- Tipologia: Conquista delle cime con rientro ad anello
- Itinerario: dal Rif.Campogrosso per sent.E5, poi dal passo delle Buse Scure 195 fino a forcella Lovaraste e poi per traccia a cima Lovaraste, discesa per 195 fino a cima Centrale con rientro a ritroso al rifugio
- Percorso: Sentiero segnato, traccia segnata
- Percorrenza: circa 4,5h senza soste
- Dislivello: 600m
- Difficoltà: EE A II+
- Libro di vetta: no
- Croce di vetta: si (solo Lovaraste)
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Taccole
- Densità escursionistica: 15 persone
- Punti d'appoggio: Rifugio Campogrosso
- Note: Doppietta importante dove chiudo Carega e Fumante in un colpo solo. Lovaraste l’avevo già affrontata a gennaio partemdo da Giazza ma la cengia franata e gelata mi aveva fatto desistire; oggi facendola da est speravo di evitare l’area franata ma purtroppo non si riesce a schivare, in aggiunta in pochi passi raggiungo cima Centrale chiudendo la parte ovest delle Piccole Dolomiti.
Oggi sono in compagnia di Simon, bravo sciatore da discesa con poca esperienza in “salita”. Partiamo dal rifugio alle ore 9:00 precise dopo un buon caffe e mezzo Strudel seguendo l’area boscosa che vira verso il gia visibile Fumante e lasciandoci a destra la visibile Sisilla e il resto del Sengio Alto. Il percorso sfiora la cima di Campogrosso, una collinotta erbosa dietro l’omonimo rifugio che devo ancora fare ma che tengo per cima Ofre chiudendo così anche il Sengio Alto. Fino alle Buse Scure il terreno è erboso, poi si apre l’ambiente alpino roccioso che caratterizza la parte piu scenica del Carega. Di fronte a noi la celebre guglia GEI con una folta cordata in salita, a destra la guglia BERTI, aguzza fino all’ometto di vetta, alle spalle della GEI la cima Centrale, Obante e il resto del Carega. Il sentiero sale tra pietrone spaccate passando da un passaggio sotto un enorme passo appoggiato con un camino di I dove i soldati cent’anni fa ne avevano ricavato un ricovero e un punto d’osservazione. Il percorso sale a zigzag fino a forcella Lovaraste con qualche punto disorientante e con il piacevole utilizzo delle mani. Alla forcella viriamo a sinistra dove gia svetta l’imponente croce della nostra prima meta. Subito incontro il punto chiave dell’ascesa all’ormai vicinissima cima, ovvero una stretta cengia in discesa che strapiomba sulla valle e sul vajo Lovaraste e con un’interruzione da frana della cengia, un salto di poco piu di mezzo metro con sotto un vuoto di 500m su terreno franoso, pericolosissimo, un errore sarebbe fatale. Mi impunto con le racchette, prendo coraggio e salto, mi giro, Simon mi guarda e anche se è tentato, non se la sente, mi attende alla forcella. Un po avvilito per non riuscire a salire in due, mi rendo conto che la difficoltà almeno per il mio amico non sarebbero finite. La traccia prosegue sempre su cengia esposta e poco dopo si affronta un camino di II+ dove si sale in aderenza, altra cengia stretta e poi su per friabile terreno fino all’aguzza vetta con croce. Sulla cima è presente un anello di calata (corda da 30) dove torna utile calarsi se si avesse la corda e quindi se le relazioni online fossero fatte con un minimo di sugo (mi riferisco anche alla  cengia franata). Una foto veloce e poi scendo verso il mio amico, il terreno è molto franoso e un errore sarebbe fatale, riaffronto la cengia interrotta sempre a fondoschiena stretta (al rientro in salita è meno brutto) fino al compare che mi attende con un panino. Dopo uno spuntino riprendiamo il 195 e in venti minuti con passi tra I e II saliamo sull’esile cima Centrale con ometto. Da ambo le vette cade l’occhio subito sull’adriatico e lo skyline dei colli euganei, poi l’alto Chiampo, il Pasubio, Carega e sullo sfondo Presanella, Brenta e piu in fondo ancora Ortles e Palla Bianca mentre a nord est Latemar, Sassolungo e qualcosa delle Pale. La discesa avviene poi per via normale anzichè la variante sul vallone fatta all’andata. Con deviazione di sentiero a sud (sempre 194) arriviamo al rifugio passando per un interessante galleria bellica, dopodiché, birra, bigoli e goulash.