domenica 28 agosto 2016

CIMA TOMBA E CIMA SPARAVIERI (24/07/16)




CIMA TOMBA E CIMA SPARAVIERI (24/07/16)
Regione: Veneto, Verona
Gruppo: Prealpi - Prealpi Venete - Gruppo Monti Lessini
Elevazione: 1765m slm/ 1797m slm
Tipologia: percorso ad anello con conquista delle cime.
Itinerario: Da Malga San Giorgio, Cima Tomba, Cima Sparavieri, Pozza Morta, Malga San Giorgio.
Percorso: Sentiero segnato
Percorrenza: 4,5h totali
Dislivello: 600m (tot 1200m)
Difficoltà: T
Libro di vetta: no (ambo le cime)
Croce di vetta: ce un pilastro spaccato, forse un tempo era una croce sul Tomba, Si sullo Sparavieri.
Flora e fauna intravisti degni di nota: Miriadi di bovini
Densità escursionistica: alta
Punti d'appoggio: Rif. Podestaria , Rif.M.Tomba, Rif.Primaneve
Note: Percorso semplice su carrozzabile con leggero dislivello; visita alla chiesetta di San Valentino di fianco al rifugio m.te Tomba.

Percorso molto semplice che parte da Malga San Giorgio parcheggiando l'auto di fronte al bar Al Caminetto. Si risale la carrozzabile asfaltata in direzione Boscochiesanuova (sudovest) fino all'incrocio con una rotabile sterrata con vari cartelli in legno del Rifugio Primaneve, si svolta a destra e si risale dolcemente fino al bivio col 255 in direzione Podestaria tra pascoli e malghe; da li si prende la destra e si risale ad anello in dieci minuti la cima del Monte Tomba dove sono posizionati l'ex croce si vetta, un antenna, l'omonimo piccolo rifugio e il Primaneve con chiesetta; essendo accompagnato dalla consorte, pranzo (buono) a quest'ultimo. Scendo in direzione Pozza Morta, noto nella vallata a destra un punto con folta vegetazione recintato, arrivando a supporre che si tratti di qualche fenomeno carsico, poi devio all'incrocio con E7 per un fuoripista raggiungendo da Pozza Morta lo Sparavieri in 10 minuti di salita lanciata, gran vista frontale sul Carega, Baldo e Adamello, foto di rito con la croce e discesa in sentiero tracciato. Riprendo la rotabile e arrivo a passo Gaibana dove tengo la destra scorgendo gli impianti di Malga San Giorgio alla quale arrivo in circa altri 30 minuti sempre immerso nei pascoli a suon di campanacci.

sabato 20 agosto 2016

CIMA CORNO D'AQUILIO (19/07/16)

    

CIMA CORNO D'AQUILIO (19/07/16)

- Regione: Veneto, Verona
- Gruppo: Prealpi - Prealpi Venete - Gruppo Monti Lessini
- Elevazione: 1545m slm
- Tipologia: Percorso a/r con conquista della cima
- Itinerario: da C.da Tommasi dopo Fosse (VR) seguendo il 240-E7
- Percorso: Sentiero segnato
- Percorrenza: 3h totali compresi 20' di sosta e le visite al Ciambellino e alla Spluga della Preta.
- Dislivello: 416m (832m totali)
- Difficoltà: T
- Libro di vetta: No
- Croce di vetta: si
- Flora e fauna intravisti degni di nota: nulla
- Densità escursionistica: All'andata una coppia alla grotta del Ciambellino, al ritorno 4 escursionisti.
- Punti d'appoggio: Malga alla Spluga (oltre che formaggi ha disponibilità di panini e bibite)
- Note: Giro semplice d'allenamento senza troppe difficoltà, interessante la visita sia alla grotta del Ciambellino che alla Spluga della Preta attraversando letteralmente mandrie di bovini. Sul web puó essere che venga segnalato il libro di vetta (forse un errore di copia/incolla) ma non è presente, facile confondersi di fronte alla croce con un vano in ferro che alla fine si rivela un posacenere.

Percorso naturalistico di facile percorrenza. Si arriva a Fosse dopo il comune veronese di Sant'Anna d'Alfaedo salendo si seguono le indicazioni per il Corno d'Aquilio fino a C.da Tommasi dove ce uno parcheggiato sterrato dove lasciare il mezzo. Li partono i percorsi per il corno ma io opto per il piu ripido 240 (percorso Dantesco) e seguo la strada asfaltata per altri 500m, dopodichè all'altezza di un grosso masso parte il bivio col sentiero 240-E7; si sale subito in un fresco faggeto con tornanti abbastanza ripidi per circa 40/50 minuti (ci sono alcune panchine lungo la strada), si arriva alla lonza, un tronco d'albero addobbato a mostro a ricordare il percorso dantesco, si prosegue risalendo la mulattiera fino all'incrocio con una malga e un grosso pascolo dove è visibile un piccolo boschetto dove si nasconda (non ci sono indicazioni SAT) la grotta del Ciambellino, all'interno la temperatura scende piacevolmente di 15° e trovo una tenda montata ma senza padrone all'interno; faccio dietrofront e giro attorno alla grotta in direzione della chiesetta degli speleologi, da li verso destra si intravede la Spluga della Preta che merita una visita anche se le protezioni non danno idea dell'abisso che nasconde. Supero la Spluga e la relativa malga (punto di ristoro in estate) e rientro in 5 minuti sul 240 che mi porta in venti minuti in cima al Corno. Fate attenzione ai molti reticolati elettrificati. In cima dopo la foto di rito con la croce di vetta mi gusto il mio pranzo con vista mozzafiato sulla val d'Adige e il Baldo, un po di foschia e le tante mosche mi fanno levare le tende in fretta e opto per rientrare per il 240 (inizialmente volevo fare l'anello ma vista la calura opto per il fresco bosco del sentiero d'andata) che mi porta all'auto in 50 minuti senza soste.

domenica 14 agosto 2016

CIMA LEVANTE (14/07/16)


CIMA LEVANTE (14/07/16)
Regione: Trentino Alto Adige, Trento
Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Prealpi Venete - Gruppo Piccole Dolomiti
Elevazione: 2020m slm
Itinerario: da Maso Miquei (Tn) 108,114 e 115 and back con deviazione sull'ascesa alla vetta.
Percorso: Sentiero segnato (sulla deviazione solo sentiero tracciato)
Percorrenza: circa 7h totali (compresa 1h di pausa)
Dislivello: 1155m (tot.2310)
Difficoltà: EE
Libro di vetta: si (firmato)
Croce di vetta: si
Flora e fauna intravisti degni di nota: stelle alpine in vetta in notevole quantità, un grosso camoscio nel bosco all'altezza dei ruderi Casarino.
Densità escursionistica: un solo escursionista incrociato praticamente arrivato alla fine del mio percorso.
Punti d'appoggio: la capanna Sinel (fuori percorso per 20', chiusa con chiavi disponibili al SAT di Ala).
Note: Da fare in estate per godersi la fioritura delle stelle alpine, il percorso prettamente boscoso da sollievo dalla calura. Grande panorama sul Carega.

Vidi questa cima, solitaria e soleggiata, mentre raggiungevo cima Carega..e mi dissi, quella deve essere una delle prossime conquiste, prima al Fraccaroli, sulla cartina del massiccio individuai il nome e poi su internet ne venni affascinato dal suo essere selvaggia, dimenticata, difficile da raggiungere nonostante la modesta elevazione.
Guardando online vedo che i percorsi sono pochi e..o dislivelli enormi o impossibili da raggiungere in auto, inoltre non ci sono punti d'appoggio segnalato (rifugi, bivacchi) per soste e rifornimenti. Opto per il 108, parto quindi da Maso Michei (sopra Ronchi di Ala), parcheggiando di fronte al curioso "parco degli gnomi di Maso Michei seguendo sempre le indicazioni per la capanna Sinel, la strada dopo poco diventa sterrata raggiungendo una fonte e alcune panchine di presumibile fattura del CAI, lo sterrato va avanti per una mezzora fino ad un pilastro spaccato in cemento con cartello segnaletico (1000m slm), poi diventa sentiero abbastanza segnato. Per alcuni km non si trovano segnavia verticali fino allo svincolo con malga Penaz, dove è possibile visionare i vicini ruderi di questa costruzione abbandonata dal 1950. Il percorso prende la sinistra e incrocia un ridere ristrutturato a Bivacco chiamato "La vasca", punto d'appoggio in caso di maltempo con quaderno di firma posto in bacheca). Poco piu in su troviamo i ruderi Casarino e l'omonimo segnavia, si prosegue a destra in direzione Capanna Sinel sempre sul 108. A breve trovo un punto panoramico con tavolo dove mi gusto una mezzora di sosta con una vista mozzafiato. Giro due tornanti ad arco e anzichè seguire il percorso standard verso la Pala di Cherle (circa venti minuti piu avanti) che faró al ritorno, vengo attratto da alcuni segni blu sulle rocce e da un cartello di legno con indicazioni su Cima Levante, percorso diretto e ripido. Il sentiero è molto ripido e sassoso (occhio alla vipere), nessun segnale, segnavia od ometto di sassi ma solo una leggera tracciatura dovuta agli scarponi dei "colleghi" arrampicatori; il percorso è sfiancante e ad alleviare la fatica è la continua ed emozionante presenza di residuati bellici  (garitte, barattoli, filo spinato), ad un certo punto ce un pezzo attrezzato con una corda e poi, finalmente, le prime stelle alpine.
Raggiungo il sentiero 114 (che alla Pala di Cherle avrei preso lasciando il 108) con ometto di sassi a segnare l'intersezione e mi dirigo verso la vetta. Moltissimi i segni della grande guerra durante il percorso 114 che poi tramuta in 115 in direzione cima. Arrivo in vetta con croce annessa, firmo il libro e mi godo l'incredibile distesa di stelle alpine e la panoramica sul carega. Sulla cime è presente anche una postazione di guerra.
Scendo seguendo il 115,114 verso la pala di Cherle con occhi sempre verso i cippi dei vari battaglioni militari che hanno presidiato l'area un secolo fa. Alla pala di Cherle prendo il 108 e in un meno di due ore sono al parcheggio di Maso Michei incrociando pure un camoscione.
Ad oggi una delle vette piu suggestive mai raggiunte.

lunedì 8 agosto 2016

CIMA PASTELLO (04/07/16)



CIMA PASTELLO (04/07/16)
Regione: Veneto, Verona
Gruppo: Prealpi, Prealpi Lombarde, Pastello
Elevazione: 1128m  slm
Tipologia: Conquista della cresta e ritorno
Itinerario: da Molane (VR) fino a cima Pastello and back attraverso il 240
Percorso: Sentiero segnato 
Percorrenza: circa 3,5h totali senza pausa
Dislivello: 280m (tot. 560m)
Difficoltà: T
Libro di vetta: no
Croce di vetta: si
Flora e fauna intravisti degni di nota:  nulla
Densità escursionistica: nessuno
Punti d'appoggio: nulla
Note: percorso d'allenamento da fare tutto l'anno.

Il monte Pastello non è sicuramente una cima da ricordare, ma vuoi il nome colorito, vuoi la sua onnipresenza dal veronese a coprire sempre mezzo Baldo, mi sono detto, perché non conquistarlo?
Si arriva alle case sparse (e abbandonate) di Molane, sotto Cavalo nel comune di Fumane (VR). Si lascia l'auto nelle vicinanze della strada sterrata da dove parte il 240 che subito dopo un pascolo di bovini intraprende la salita verso la via Crucis della Madonna delle Salette; questo pellegrinaggio religioso ci accompagna con le varie tavole di legno dell'agonia di Cristo fino alla croce (non di vetta, anche se puo sembrare) sempre sul 240, segnato di biancorosso sui vari massi; lo spazio dove staziona la croce offre un ottimo panorama ma sebbene si concluda lo sterrato, da li verso nord parte il sentiero, perlopiù in leggerissimi sali e scendi nella boscaglia che porta alla zona antenne sulla cima del monte, superate le antenne si arriva alla croce in marmo rosa, una breve sosta e si ritorna con lo stesso percorso a Molane per riprenderci la macchina senza troppi pensieri.