domenica 30 luglio 2017

CIMA MONTE ZUGNA, CIMA SELVATA, CIMA MEZZANA (05/05/17)

CIMA MONTE ZUGNA, CIMA SELVATA, CIMA MEZZANA (05/05/17)
Regione: Veneto, Vicenza
Gruppo: Alpi Orientali, Piccole Dolomiti, Gruppo Levante Zugn
Elevazione: 1884m slm (Monte Zugna)
Tipologia: conquista delle cime e ritorno.
Itinerario: dal Rif. Zugna via sent.115 con uscite alle tre cime attraverso sentiero o traccia e ritorno
Percorso: Sentiero segnato, traccia segnata, traccia non segnata
Percorrenza: circa 5h totali
Dislivello: 1006m
Difficoltà: EE
Libro di vetta: si (solo sullo Zugna)
Croce di vetta: si (solo sullo Zugna)
Flora e fauna intravisti degni di nota:   Due falchetti
Densità escursionistica: 4 escursionisti e un motociclista con trial.
Punti d'appoggio: Rifugio Zugna (chiuso), Baita Zover.
Note: Percorso su un museo a cielo aperto; attraverso queste tre cime si convive con baraccamenti, caserme, fortini, trincee, camminamenti, cimiteri, gavette, barattoli etc. Le tre vette sono stato teatro della  battaglia di Passo Buole durante la grande guerra.

Arrivo alle 10:10 al rifugio e controllato che ci sia poca neve lascio scarponi e ramponi in auto partendo alla via del Monte Zugna; durante il tragitto si supera l'osservatorio del rifugio e la chiesetta commemorativa arrivando in 25 minuti al bivio tra la nostra prima cima e il resto del sentiero 115, ricco di baraccamenti e trincee, io piglio la sinistra verso il monte Zugna e superata la Baita omonima ("conquistata" nella notte da 4 baldi escursionisti che se la godevano al sole del plateatico della costruzione) proseguo arrivando con facili zigzag alla cima dello Zugna dove oltre alla bianca croce con libro è presente una grossa antenna biancorossa con relativi pannelli fotovoltaici ad alimentarla. La vista su Pasubio, Carega, Levante, Lessinia, Baldo, Brenta, Presanella, Ortles e Paganella è mozzafiato. Inizio a scendere per conquistare le tre cime rimaste..eh si, perchè le vette in preventivo erano 4 ma alla seconda ho dovuto rinunciare, il Coni Zugna.
Ritorno al bivio col 115 e in 15 minuti mi trovo di fronte lo sperone roccioso del celebre (per toponomastica), ma poco frequentato (nessuna relazione online) Coni Zugna. Questo pilastro, sottovalutato mentre progettavo col gps il percorso, risulta roccioso su tutti e 4 i lati e nonostante sulla spiovente parete ovest che da sulla Val d'Adige ci sia una grotta probabilmente usata dai soldati della prima guerra mondiale, non ce una traccia, un sentiero, una via di roccia che porti alla sommità del monte; avanzo curioso di trovare un accesso seguendo la traccia che lo fiancheggia verso est e scendo perdendo quota fino ad una croce metallica commemorativa da dove scorgo gia la Selvata. Proseguo e arrivo sotto la terza cima, anche qui nessuna traccia che porti in vetta e pochissime relazioni online, tutte senza specificare come arrivare sulla sommità. Cerco un buon punto d'aggancio e inizio a salire con passaggi di I e II grado su pendio erboso con qualche roccia. La montagna ha due grotte militari appena sotto la cima ma la traccia assente o poco visibile fa presumere che questa vetta non arrivi alla 10 visite annue. Con non poca fatica cercando di evitare mughi e pini arrivo alla sommità dove è presente un antico ometto. Scendo per dei resti di camminamento e per pendii erbosi rientrando in 20 minuti sul sentiero 115 dirigendomi verso Passo Buole al quale arrivo in altri 25/30 minuti. Al passo oltre a tavoli da picnic e un paio di baite sono presenti cippi commemorativi, cimiteri di guerra e baraccamenti della battaglia svoltasi in quei luoghi un secolo fa. Supero il passo con gia la Mezzana a vista e come per la Selvata, devo inventarmi come salire. La Mezzana presenta subito un sentiero in salita ma a presunzione, essendo direzionata verso la Selvata, porta ad alcuni pali elettrici li vicino, poi si intravede una grossa frana, barricata dai manuntentori della zona, neanche li ce attacco; il sentiero la circonda e ad un certo punto trovo un pendio erboso e decido di risalirlo. La parete rivestita d'erba è molto diifficoltosa, ha passaggi fino al III (il percorso sarebbe EE ma io riesco a portare vie semplice da escursionistico ad alpinistico in ogni occasione ultimamente); dopo una faticaccia sfiancante arrivo in mezzora a delle trincee che circondano la vetta; giunto sulla stessa è presente un sasso verniciato di blu e un piccolo ometto. Mi riprendo dalla tremenda salita e a logica cerco di scendere dalla cresta che da verso alla (gia visibile e gia conosciuta) cima Levante seguendo delle trincee e dei camminamenti abbastanza evidenti anche se si interrompono di sovente, seguendo la cresta arrivo all'aggancio col sentiero 115 dove è presente un Ometto con una piccola scritta "cima Mezzana". Dopo essermi maledetto prendo il percorso a ritroso, con una bella pausa a Passo Buole a riprendermi dalla sfiancata sulle due cime selvagge e dal faticoso percorso a ritroso, spesso in salita. Arrivo al rifugio in circa 1 ora e mezza.

mercoledì 12 luglio 2017

CIMA CASTELLAZ (30/04/2017)


CIMA CASTELLAZ (30/04/2017)

Regione: Trentino Alto Adige, Trento
Gruppo: Alpi Orientali, Pale di San Martino
Elevazione: 2333m slm
Tipologia: Conquista della vetta e ritorno
Itinerario: dal parcheggio del torrente Cismon a Passo Rolle fino alla capanna Cervino via sentiero 710, poi traccia segnata fino alla vetta e ritorno. 
Percorso: Sentiero e traccia segnata.
Percorrenza: circa 3,5h senza soste
Dislivello: 400m
Difficoltà: E
Libro di vetta: no
Croce di vetta: si
Flora e fauna intravisti degni di nota:   Nulla
Densità escursionistica: una trentina di escursionisti.
Punti d'appoggio: Capanna Cervino
Note: Solitario panettone che si erge ai piedi della Val Venegia sfidando frontalmente i colossali Mulaz, Bureloni, Vezzana e Cimon, anche in questo caso come nelle vette affrontate il giorno prima, il percorso è perlopiu corto e semplice (l'ultimo tratto è piuttosto faticoso anche d'estate) ma le condizioni nevose hanno richiesto l'utilizzo dei ramponi e sarebbero state utili le ciaspole per il tratto finale.
La bellissima giornata (abbiamo beccato gli unici due giorni di sole del periodo) ci ha permesso alla fine del giro di pranzare nell'ultimo giorno d'apertura della capanna Cervino, con una vista sulle Pale da togliere il fiato.

Oggi ho un baldo compagno di avventure, la mia lei, che per la prima volta mi accompagna in una nuova cima e, anche se il compromesso era fare il pomeriggio in spa con lei, io che odio il caldo e il vapore, devo dire che è stata molto brava ad affrontare le sue prime ramponate e l'ascesa faticosa nella parte terminale del percorso d'andata. Parcheggiamo al torrente Cismon alle 10:00 e iniziamo a scarpinare nella neve battuta arrivando in 20 minuti alla capanna, prenotiamo per il pranzo, ci ramponizziamo vista la neve gelata nella nottata e iniziamo a seguire la traccia verso la nostra cima con la gia visibilissima croce di vetta. Il sentiero sale circumnavigando il monte e a parte in alcuni tratti dove ce un leggero sprofondio, si sale bene. Alla curvona che ci toglie dalla vista la sottostante capanna e che ci lancia verso la vetta, iniziamo a sprofondare, soprattutto io molto piu pesante, fino a metà coscia. La salita è molto faticosa ma in 15 minuti arriviamo alla statua del Cristo pensante e all'imponente croce di vetta dove anzichè il libro, ce una cassetta per le offerte. Tempo per due foto e goderci le pale e io mi lancio verso nordest in 5 minuti a toccare la vera sommità del Castellaz, dove si erge un'antica e malandata croce di legno a strapiombo sulla valle; iniziamo la discesa e anche se si sprofonda in 35 minuti siamo al rifugio dove pranziamo e ci rilassiamo sulle sdraie della terrazza; altri 20 minuti e raggiungiamo l'auto al parcheggio; povero me, ora mi tocca bagno turco, sauna e bagno siberiano.
Una pensiero per chi oggi sulla montagna è rimasto..una giornata nera per l'alpinismo, dove due   scalatori sono caduti vicino al Gran Sasso e la "Swiss machine" Ueli Steck è stato trovato morto da 6 soccorritori ai piedi dell'Everest dopo un'allenamento in preparazione alla sua prossima impresa...che mai avverrà.