giovedì 25 maggio 2017

MONTE CORNETTO E CORNO MOZZO (06/04/2017)


MONTE CORNETTO E CORNO MOZZO (06/04/2017)
Regione: Veneto, Verona
Gruppo: Prealpi venete, Lessinia
Elevazione: 1543m slm (Monte Cornetto)
Tipologia: percorso ad anello con conquista delle cime.
Itinerario: da contrada Tommasi di Sant'Anna d'Alfaedo, 250/e7, Cima Cornetto, Cima Corno Mozzo, traccia su bosco e forestale fino a Tommasi
Percorso: Sentiero segnato, traccia segnata, traccia non segnata.
Percorrenza: 3h totali senza soste
Dislivello: 612m
Difficoltà: T
Libro di vetta: no
Croce di vetta: si (solo su Cornetto)
Flora e fauna intravisti degni di nota: Nulla
Densità escursionistica: 6 escursionisti in lontananza
Punti d'appoggio: Malga Spluga della Preta (chiusa)
Note: Trekking semplice e rilassante che richiede un minimo sforzo fisico; ottima vista su Baldo, Altissimo, Lessinia, Carega, Brenta e Adamello.

Parcheggio nell'ampio piazzale di contrada Tommasi e mi avvio sulla forestale asfaltata che coincide col sentiero E7 fino al bivio dove a destra prosegue la strada asfaltata e a sinistra inizia il ripido sentiero a zigzag che porta verso i corni attraverso il sentiero dantesco. Dopo circa 40 min mi trovo al bivio della grotta del Ciabattino (Un paletto di legno ne indica la via nascosta) che visito, torno al bivio che è contrassegnato da un cartello SAT , a sinistra il sentiero porta in 20 minuti sul gia toccato Corno d'Aquilio, io svolto a destra toccando Malga della Spluga con omonimo abisso carsico poco distante, la chiesetta degli alpini e proseguo per un altura senza nome dove noto gia i miei due obbiettivi giornalieri; supero la cima e inizio a scendere verso la sella che precede il Monte Cornetto della Lessinia (da non confondere col piu celebre vicentino); alla forcella termina il sentiero ed è presente una sbarra che limita il passaggio ai mezzi, seguo l'ampia strada sterrata che porta al monte, dopo 10 minuti arrivo in cima dove è presente un enorme e tetro edificio recintato con filo spinato militare, apparentemente sembrerebbe qualcosa della radio o la tv ma sembra abbandonato; da li in 5 minuti via traccia si arriva alla sommità contrassegnata da una piccola croce di vetta. Vista su Carega, grupo Baldo, Adamello, Brenta e Lessinia è eccezionale. Tempo per due foto e scendo verso la sella che poi collega al visibile Corno Mozzo; giunti giu inizia la salita per traccia non segnata ma evidente e in 15 minuti raggiungo la cima dove trovo un enorme ometto; due foto pure qui, pranzo e scendo prima per pascoli e poi per ripido bosco fino a ricongiungermi alla forestale dove dopo 20 min reincrocia il bivio lasciato all'andata per raggiungere i Corni, altri 5 minuti e arrivo al parcheggio.

giovedì 11 maggio 2017

CIMA COSTABELLA, VETTA DELLE BUSE, PUNTA PETTORINA, CIMA SASCAGA (31/03/2017)


CIMA COSTABELLA, VETTA DELLE BUSE, CIMA PETTORINA, CIMA SASCAGA (31/03/2017)
Regione: Veneto, Verona
Gruppo: Prealpi Lombarde, Gruppo Baldo
Elevazione: 2208m slm  (Cima Fontanelle)
Tipologia: conquista delle cime and back 
Itinerario: Valfredda via 658, Costabella, Vetta delle Buse, 651, Pettorina, Telegrafo, Sascaga e Valfredda
Percorso: Sentiero segnato, traccia segnata, traccia non segnata.
Percorrenza: circa 8h
Dislivello: 1235m
Difficoltà: E fino a Vetta del buse, EE per il resto, in caso di neve alcuni punti sono EEA
Libro di vetta: no
Croce di vetta: si (solo su Sascaga)
Flora e fauna intravisti degni di nota:  Dozzine di camosci
Densità escursionistica: 9 escursionisti
Punti d'appoggio: Rifugio Fiori del Baldo, Rifugio Chierego, Rifugio Telegrafo.
Note: Impegnativo trekking di circa 25km a/r con notevoli sali e scendi, reso ancora piu difficoltoso dalla presenza di molta neve verso nord.

L'idea era di tentare di completare il Baldo avendo fatto Valdritta e Telegrafo lo scorso anno e Pozzette, Longino e Valfinestra lo scorso mese, certo, obbiettivo impegnativo ma perchè non provarci, la giornata è meteorologicamente ottima, la voglia ce, quindi via. Arrivato a Spiazzi, frazione di Caprino V.se, svolto a sinistra verso il sacrario del Baldo, supero malga Ime e dopo qualche Km  svolto a sinistra verso la Valfredda.
Parcheggio alla fine della strada e parto per il 658, detto anche percorso Ottaviani, da dove vedo gia la prima cresta del Baldo con i rifugi Fiori del Baldo e Chierego. In 40 minuti raggiungo la cresta e volto a destra verso i rifugi (a sinistra ce l'innalzamento naturale del Baldo, chiamate Creste di Naole, ma tuttaltro che cime); in mezzora tocco il primo rifugio (chiuso) e in 15 minuti il secondo, il quale pone la via del 658 a destra ma noi prendiamo la variante a sinistra che porta a Cima Costabella, prima vetta del Baldo da sud. In 25 minuti superando camosci e manti erbosi raggiungo la sommità, determinata da un osservatorio panoramico circolare, scendo dalla cima e subito di fronte inizio la salita mista con la prima neve verso Vetta delle Buse, raggiungo la sommità con ometto attraverso neve consistente e poi scendo da una pericolosa sella innevata per riagganciarmi al 658; indosso quindi i ramponi e inizio la discesa; il sentiero a colpi lascia la traccia ma è perlopiù innevato e tocca affrontare cenge impercettibili con neve non stabilissima. Supero il Coal Santo e la ferrata delle Taccole, passo sotto il Telegrafo e vado dritto verso Punta Pettorina, affronto l'ennesimo salitone che mi porta al palo di sommità. Riparto e notando la croce di vetta di Sascaga, opto per passare da cima Telegrafo (che non conto in quanto gia toccata la scorsa estate) e poi scendere fino all'omonimo rifugio (chiuso) e avviarmi verso la visibile cresta innevata che porta a Sascaga; la difficoltà qui oltre al problema neve arriva ad I e II grado, comunque arrivo alla mia ultima meta dove tocco la sesta cima giornaliera (un record ad oggi); percorso a ritroso fino all'aggancio al 658 che percorro regolarmente fino al Chierego, dove mi gusto una birra col gestore per poi avviarmi verso l'auto posteggiata alla Valfredda.