venerdì 25 novembre 2016

CIMA PIZZOCOLO (12/10/16)


CIMA PIZZOCOLO (12/10/16)

Regione: Lombardia, Brescia
Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Valvestino
Elevazione: 1581m slm
Tipologia: percorso ad anello con conquista della cima.
Itinerario: da Sanico (Bs), case sparse di Toscolano Maderno (Bs) si risale la cresta sud fino alla Vetta, scendendo poi ad anello direz.Ovest per Malga Valle tornando a Sanico.
Percorso: Sentiero segnato, traccia su roccia segnata.
Percorrenza: 5,5h senza soste
Dislivello: 831m
Difficoltà: EEM
Libro di vetta: Si 
Croce di vetta: Si 
Flora e fauna intravisti degni di nota:   Una capra piuttosto molesta a presidiare la vetta
Densità escursionistica: molto bassa.
Punti d'appoggio: Bivacco Due Aceri
Note: Monte di modesta elevazione ma con non sottovalutabili tratti d'arrampicata principalmente tra II e III; vista mozzafiato su Lago di Garda, Baldo, Adamello, Ortles e Monte Rosa.

Rientrato da 3000km percorsi in camper in nord Europa per una mia altra passione, sono molto tentato di riposare visto che la sera ero di campionato e la mattina avevo due pratiche da sbrigare; salto quindi la piu impegnativa cima Ghez e opto per il piu vicino "naso di Napoleone", il soprannome del Pizzocolo, Monte che mi ha sempre incuriosito in quanto la forma che si vede dal versante veronese ricorda proprio la sagoma stesa del condottiero francese. Esco dalla A4 a Brescia Est e seguo per Saló, poi Toscolano e infine risalgo direzione Sanico; superato il piccolo borgo risalgo fino alla loc. Ortellp di Sotto dove subito dopo il bivio col sent.27 ce uno spazio di parcheggio per qualche vettura. Parcheggio ed imbocco il 27 che sale su ripida strada sterrata nel bosco dove, dopo vari tornanti con viste sul lago, si arriva al sentiero con indicazioni per il monte Pizzocolo e la cresta. Si attraversa una parete d'arrampicata e poco prima della svolta per la cresta sud ce spazio per uno scorcio sul monte Castello di Gaino, sovrastato da un maestoso Baldo appena spruzzato di neve.
La cresta mette alla prova la mia stanchezza e anche se la prima parte risulta divertente con tratti mescolati tra sentiero boscoso e passaggi rocciosi con movimenti semplici, a volte esposti ma mai violenti, ce da usare mani e spinte da una roccia all'altra, quindi non mi sento di catalogare questo percorso come un semplice "escursionistico", anzi..!
La parte finale porta a percorrere la cresta e sono molto provato dalla poca forma con cui mi sono presentato per questa salita; arrivo ad un anemometro e dopo pochi metri alla sommità con banderuola a bandiera, presidiata fedelmente da una fetente capra che si gode il paesaggio; riesco a fare una foto e poi a scendere all'anticima dove è presente croce e libro di vetta, oltre che ad un palo di segnalazione.
La capra forse per curiosità o forse per far capire che e casa sua, si avvicina e accetta volentieri due barrette energetiche che poi, pirla io, non me la fa schiodare piu di torno. 
Mi godo il panoramo incantandomi su un completissimo Baldo. Visito la sottostante cappella votiva e il carinissimo bivacco "due Aceri", ambedue nati da ex manufatti della Grande Guerra. Mandata definitivamente a quel paese la capra di vetta inizio la discesa verso la mulattiera ad Ovest segn.5 per poi deviare all'altezza dello Sguas del Pile verso sinistra imboccando il ripido sentiero n.11 arrivando all'abbandonata Malga Valle, scemdo ancora ed interseco svoltando a sinistra una strada forestale segnavia n.6, sempre molto ripida, lunga e tortuosa; arrivo al bivio con la rotabile che svoltando sempre a sinistra mi riporta dopo pochi minuti al parcheggio.

mercoledì 16 novembre 2016

CIMA PAGANELLA (02/10/2016)


CIMA PAGANELLA (02/10/2016)

Regione: Trentino Alto Adige, Trento
Gruppo: Dolomiti, Alpi Retiche meridionali, Sottogruppo Brenta/Paganella
Elevazione: 2125m slm
Tipologia: percorso ad anello con conquista della cima.
Itinerario: Da Andalo (Tn)  attraverso Cabinovia Paganella2001 fino a Doss Pelà, Malga Zambana, Cima Paganella, Malga Terlago, Cabinovia Paganella2001, Andalo.
Percorso: Sentiero segnato
Percorrenza: 3h totali senza soste.
Dislivello: 349m (698m totali)
Difficoltà: T
Libro di vetta: no
Croce di vetta: no
Flora e fauna intravisti degni di nota: Nulla
Densità escursionistica: bassa
Punti d'appoggio: Rifugio La Roda, Malga Zambana.
Note: Percorso semplice su altopiano con gran vista sulle Dolomiti, Adamello e lago di Garda.

Uscita semplice con alcuni amici per godersi una giornata tra i prati di questo celebre altopiano.
Purtroppo il meteo non promette bene e mantiene le aspettative; pioggia fino ad Andalo, prendiamo la caninovia "Paganella 2001" che in pochi minuti ci porta alla stazione Doss Pelà. Da qui sotto una continua guazza iniziamo la parte fisica dell'itinerario dove parte il sentiero 604 che sale nel faggeto in direzione Cima Paganella con una decina di tornanti, alcuni con salite molto ispide; immersi nella nebbia superiamo la malga Zambana e arriviamo alla Selletta, in circa 1h e venti arriviamo alla cima, completamente immersa in una coltre bianca; visita alla stazione meteorologica, foto di rito in sommità (il punto piu alto è la stazione della seggiovia) e poi aperitivo allo squisito rifugio La Roda, dove consumiamo un ottimo (e nemmeno caro come dicono) pranzo (vero obbiettivo della salita per i miri compari); acquisto la spilla (un plasticone che si rompe a metà discesa) e dopo due foto scendiamo con un freddo malandrino sempre immersi tra le nubi per la strada forestale sentiero 605, perlopiu sterrata e poi ciotolata; in 40 minuti arriviamo a Malga Terlago (chiusa) e dopo 15 minuti a Doss Pelà per riprendere la cabinovia fino ad Andalo.

giovedì 10 novembre 2016

CIMA MULAZ E SASSO ARDUINI (27/09/16)


CIMA MULAZ E SASSO ARDUINI (27/09/16)
Regione: Veneto, Belluno
Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Pale di S. Martino
Elevazione: 2906m slm (Mulaz), 2577m slm (Sasso Arduini)
Tipologia: Conquista delle due cime and back
Itinerario: da Passo Rolle (Tn) fino al 701 su rotabile, Passo al Mulaz, Cima Sasso Arduini, Cima Mulaz, Passo al Mulaz, Passo Rolle
Percorso: Sentiero e traccia segnati
Percorrenza: 8h e 20' con 1 ora e 15' tra soste e pause.
Dislivello: 1600m (totale 3200n)
Difficoltà: EEM
Libro di vetta: No in ambo le cime
Croce di vetta: si ambo le cime
Flora e fauna intravisti degni di nota: tantissime marmotte e pettirossi.
Densità escursionistica: quasi nulla (due in solitaria)
Punti d'appoggio: Capanna Cervino, Baita Segantini (chiusa), rifugio al Mulaz (chiuso).
Note: bellissimo percorso nella magica Val Venegia con sopra le Pale quasi come un dipinto. La via è lunga e a tratti impegnativa, ha un paio di sellette vicino alla cima molto esposte e in alcuni casi servono passaggi di I e II grado.

Il maltempo e i giorni che iniziano a ridursi, mescolati alla voglia di un tremila, mi fanno optare per il Mulaz nonostante l'accesso da casa mia sia molto lungo (per i miei canoni), studio quindi l'itinerario che rimane in forse col Ghez fino alla sera prima.
Alle 6:40 parto da casa e arrivo al disabitato Passo Rolle alle 9:30, parcheggio vicino all'inizio del sentiero in presenza della rotabile che porta alla baita Segantini e poi prosegue (chiuso l'accesso) per tutta la Val Venegia; raggiungo prima l'unico punto abitato (ma in fase di chiusura stagionale), ovvero la Capanna Cervino per due chiacchiere, un caffè e la spilla, proseguo verso l'itinerario superando la baita e inizio a perdere parecchia quota davanti alle Pale mentre inizia la verde vallata dove decine di marmotte fischiano ad ogni mio passo; la strada è in leggera discesa e dopo un oretta trova il bivio col sentiero 701 che porta al rif.Mulaz tra tanti segnavia e ometti, supero due ruscelli ed inizio a riprendere quota tra svolte nel verde e successivamente in un faticoso ghiaione che mi porta sotto la teleferica; qui trovo il primo escursionista, una simpatica incarnazione di stambecco autoctono  da poco ottantenne (dimostrava massimo 65 anni) che mi raccontava di "avermi aspettato" un ora su in cima Mulaz, aver suonato la campanella di vetta e poi esser sceso consapevole (mi ha messo un po di tristezza) che sarebbe stato il suo ultimo Mulaz vista l'età e che due giorni prima era in ferrata sulla Vezzana; io l'ho guardato con la lingua a terra dalla salita e gli ho detto:" amico mio, tolgo volentieri una cima a me nella mia vita per farti fare un altro Mulaz a te, ci rivedremo presto su queste montagne"; in poco tempo arrivo al passo del Mulaz dove tira un aria che taglia come un pugnale, sono a 4 ore dal passo, pranzo con sopra di me la Vezzana e il Cimon sporcati neve. Scendo giu verso il bellunese al rifugio in 10 minuti, trovandolo chiuso e vista la croce del Sasso Arduini mi lancio in altri 10 minuti su sentiero percettibile verso la piccola cima che nella fase finale chiede qualche passaggio di I e II per raggiungere la vetta con cippo e croce. Riscendo al rifugio e incrocio un treckrunner, risalgo al passo e prendo la via per cima Mulaz, un paio di ometti e poi dei cerchietti (o frecce) rossi su roccia mi indicano la via, salendo il percorso prende quota su roccia rossa per poi abbandonarla e tornare a dolomia e roccia friabile, un paio di punti esposti e in circa 5,30 pranzo compreso arrivo alla croce di vetta con campanella; mi godo un vent minuti di pausa e foto (telefono che incredibilmente aveva segnale ottimo); riscendo perdendo il sentiero per 10 minuti in mezzo ad una popolazione di simpatiche marmotte; percorso a ritroso e in altre tre ore belle di pedalata veloce arrivo al passo per prendere l'auto a crepuscolo gia terminato.