lunedì 28 agosto 2017

CIMA POLLINO E DOLCEDORME (26/08/2017)


CIMA POLLINO E DOLCEDORME  (26/08/2017)
- Regione: Calabria, Cosenza
- Gruppo: Appennino Meridionale
- Elevazione: 2267m slm
- Tipologia: percorso ad anello con conquista delle cime
- Itinerario: da Colle Impiso per sentiero "del carbonaio" IPV2, strada carrozzabile e traccia al passo Gaudolino e per IPV2 fino a cima Pollino, per sent. IPV1b e  traccia fino a colle Malavento e per IVP1 fino a Dolcedorme con discesa a ritroso a Malavento, poi per IPV3, carrozzabile e traccia a colle Impiso
- Percorso: Sentiero e traccia segnata
- Percorrenza: 6h senza soste
- Dislivello: 900m circ
- Difficoltà: E
- Libro di vetta: si (Dolcedorme)
- Croce di vetta: si (Dolcedorme)
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Falchi e una civetta
- Densità escursionistica: una quindicina di escursionisti
- Punti d'appoggio: Rifugio La Baita, bivacco Gaudolino
- Note: In Calabria come quasi ogni anno per vacanze da parenti, quest'anno ad inizio stagione metto in cantiere l'ascesa alla cima più alta della regione e dell'estremo Appenino meridionale con annessa per notorietà e vicinanza, la seconda vetta per altezza.
Nonostante le montagne sembrino poco piu che colline i sentieri locali sono ottimamente segnati, battuti e intuibili.

Premetto che non avete fatto i conti male e nemmeno sono stato fermo tutta l'estate, ho avuto problemi con il Cloud dove sono salvate le relazioni ancora da pubblicare e sto cercando di recuperarle, quindi vi posto intanto l'ultima fatta, dove come vedete dalla foto, festeggio pure qualcosa di particolare.


Alle 9:15 siamo a Colle d'Impiso nel territorio lucano di Viggianello e da dove partono tutte le escursioni ai 2000 del Pollino. Oggi siamo in due e in mezzora arriviamo tra pascoli e  boscaglia immersi in un orda di mosche al passo Gaudolino dove si erge l'omonimo bivacco (3 posti letto, cucinino e camino) e dove un'escursionista si stiracchia dopo la nottata al capanno. Due sorsi d'acqua e viriamo in una delle molte vie che portano alla cima del Pollino, i monti qui assomigliano più ai 1500 alpini, brulli e piu pratosi che rocciosi. La salita nella boscaglia è fresca grazie al venticello e alla quota (a valle ci sono 40°) ma faticosa, all'inizio della cresta inizia la roccia e il percorso è meno ripido, ad attenderci due anticime che ci illudono ambo le volte di essere in vetta, vetta che raggiungiamo in circa 2 ore dalla partenza e dove festeggio le mie prime 100 cime (🎉) con qualche foto. Dal segnale trigonometrico che segna la sommità del Pollino scendiamo su cresta per divertenti roccette seguendo un gruppo di 10 ravanatori del CAI di Esperia in plurigiornaliera alla conquista del massiccio calabrese. Al colle di Malavento, che divide la montagna appena fatta dalla cima piu alta del massiccio, il Dolcedorme, superiamo la comitiva ed iniziamo a scarpinare con alle spalle tre molisani. All'aggancio con la dorsale come previsto dalla cima del Pollino, la salita diventa sfiancante e il mio compare di escursione, non avvezzo  inizia ad escursioni troppo impegnative, accusa il colpo; decidiamo quindi di aggregarsi al simpatico gruppo laziale e raggiunta la cresta in 5 minuti tocchiamo la povera croce di legno con relativo libro di vetta della sommità più alta di Calabria. Foto, relax e pecorino ciociaro e mentre il gruppo prosegue per le creste e i molisani, che ci hanno raggiunto poco dopo, si godono ancora un po il panorama, noi iniziamo a scendere fino a Malavento, dove con pochissima acqua e il pecorino sul palato attacchiamo il desertico IPV3 che ci fa circumnavigare il Pollino e dove scorgiamo una sorgente (fonte Rumma) che ci da un po di sollievo fino all'arrivo per colle Impisi che arriva in due ore e mezzo dal Colle di Malavento. Una birra al rifugio La Baita poco distante dal parcheggio a festeggiare l'ascesa e poi ritorno verso casa.

lunedì 21 agosto 2017

CIMA BIAENA (30/05/2017)


CIMA BIAENA (30/05/2017)
Regione: Trentino Alto Adige, Trento
Gruppo: Prealpi bresciane, Bondone/Stivo
Elevazione: 1622m slm
Tipologia: percorso ad anello con conquista della cima
Itinerario: da malga Somator via 673 con ferrata del Somator, Cima Biaena, proseguimento del 673 fino a malga Somator
Percorso: Sentiero segnato
Percorrenza: circa 2,30 totali
Dislivello: 388m
Difficoltà: EEA
Libro di vetta: no
Croce di vetta: si
Flora e fauna intravisti degni di nota:   Nulla
Densità escursionistica: una coppia di tedeschi alla baita Biaena
Punti d'appoggio: Malga Somator, Baita Biaena, bivacco di cima
Note: Cima che avevo archiviato quest'inverno a causa del pezzo ferrato, corto ma insidioso; settimana scorsa sull'Altissimo ha catturato la mia attenzione dalla cima per la sua affilata forma da pinna di squalo, pertanto mi son detto..visto che a quote piu alte ce ancora resti di neve e soprattutto maltempo..famo il Biaena va!

Parto con calma vista l'oretta di strada che mi separa dal punto di partenza. L'arrivo è tuttaltro che semplice e il navigatore non segna malga Somator, quindi perdo mezzoretta. Da Rovereto si sale verso Villa Lagarina, poi verso il lago di Cei e al bivio per passo Bordala. Si supera l'abitato di Bordala e pochi metri dopo sulla sinistra ce lo svincolo per la Somator. Si percorre una stradina stretta asfaltata fino ad un bivio con indicazioni ancora per la malga e altri sentieri, li consigliano di posteggiare e io siccome son ospite, seguo le richieste. Indosso imbrago e scarponi e seguo per la malga che appare dopo circa 500m sulla sinistra. Il locale è chiuso ma sembra un carinissimo e rimodernizzato ristorantino con vista Val d'Adige; da li il 673 si biforca nel suo anello, dritta la via normale (che sarà il mio tracciato di ritorno) e a destra nel bosco per la ferrata del Somator. Il sentiero si inoltra ripido nel bosco a zigzag che, complice il caldo e la tarda ora mi fa sudacchiare gia un paio di camicie. Il percorso nel bosco è piacevole e si alterna a tratti panoramici con vista strapiombante sulla valle e Rovereto. Dopo circa 40 minuti raggiungo il primo tratto attrezzato a superare un insidioso (ma non troppo) canalino, da li poi si sbuca in cresta e si trovano altri tratti attrezzati, piu per sicurezza che per necessità. Arriva finalmente il punto chiave, un tratto attrezzato con cavo e pioli che supera 15/20m di parete tra il III e il IV grado; indosso il casco e libero i moschettoni quindi. La cavalcata non è difficile ma gli "aiuti" dimezzano la fatica e soprattutto il dissipatore si rende necessario in quanto sotto di noi ce la valle che strapiomba per oltre 200m (sconsigliato se pur breve ai vertiginosi). Supero l'ottimo (al tempo della relazione) tratto di ferrata e proseguo per altri 10 minuti nel bosco finche giungo nell'ampia area sommitale dirigendomi verso la croce di vetta. Nella zona è presente una piccola cappella, la carinissima (e chiusa) baita della SAT "Monte Biaena" dove mi ristoro (è presente una fontanina) e infine punto al culmine della cima dove sono presenti resti bellici tra cui una galleria trasformata in bivacco (con tanto di porta in legno e due stanze ricavate all'interno; ce una panca ma l'area e zozza, meglio avere il sacco a pelo) esattamente sotto la vetta dove è presente una grande croce. Tempo per due foto e riscendo in circa 50 minuti per il proseguo del 673 (il segnavia è all'altezza della cappella) arrivando alla malga su sentiero escursionistico che alterna tratti da E a EE. Giro molto corto per passare mezza giornata su una simpatica cima rendendo un po frizzante il sentiero con il tratto attrezzato.

lunedì 14 agosto 2017

CIMA CORNO PIANA, CIMA MONTE CAMPO E CIMA VARAGNA (20/05/17)


CIMA CORNO PIANA, CIMA MONTE CAMPO E CIMA VARAGNA (20/05/17)
Regione: Trentino Alto Adige, Trento
Gruppo: Prealpi Bresciane, Gruppo Baldo, sottogruppo Altissimo
Elevazione: 1778m slm (Varagna)
Tipologia: percorso ad anello con conquista delle cime
Itinerario: da passo del Creer, via del Corno Piana, rientro al passo, 650 fino a malga Campo e poi traccia fibo a monte Campo, 622 fino al monte Altissimo, 622, traccia e 601 fino al Varagna, 624, 624bis fino a malga Campo e 650 fino al passo del Creer.
Percorso: Sentiero segnato, traccia in parte segnata.
Percorrenza: circa 7h
Dislivello: 1207m
Difficoltà: EE
Libro di vetta: no
Croce di vetta: si solo su Campo (gabbia su Altissimo).
Flora e fauna intravisti degni di nota:  un falco, uno scoiattolo e miriadi di marmotte.
Densità escursionistica: una dozzina di escursionisti e altrettanti mountainbikers.
Punti d'appoggio: Rifugio Graziani, Rifugio Chiesa, Malga Campei.
Note: Impegnativo trekking che mi permette di completare il versante nordoccidentale del Baldo, l'intero massiccio finalmente e di battere il record stagionale di vette a confronto dell'anno precedente (33 vs 32).
Il giro percorre tutta l'area bellica che dall'Altissimo arriva al Vignola; si cammina tra trincee, postazioni, fortini e resti.

Parcheggio al Rifugio Graziani al passo del Creer alle ore 9:30, la giornata è uggiosa e se il meteo avesse mantenuto la parola, alle 15 avrebbe dovuto piovere.
Subito di fronte il rifugio parte il sentiero che porta al Corno Piana, modesta elevazione (1738m slm) boscosa che collega la zona dell'Altissimo a quella del Corno della Paura passando per l'omonimo Sentiero della Pace. Il percorso è escursionistico e in 35 minuti porta alle trincee in vetta al Corno, sulla sommità circondato da una trincea è presente un mugo è un ometto. Riscendo incrociando l'SDP e torno al Graziani. Riparto e prendo il 650 che percorre il versante nord dell'Altissimo fino al gia visibile Monte Campo; dall'omonima malga parte una traccia che in 5 minuti porta al croce di vetta del Campo, dove è presente anche un altarino, un pannello solare e una calza del vento, sotto invece altri baraccamenti. La vista nonostante il Meteo da su tutta la vallata di Polsa e San Giacomo con Biaena, Stivo, Postemon, Corno della Paura e Vignola in testa. Scendo e reimbocco il 650 per qualche metro a ritroso fino a prendere il 622 che superando il passo delle Paltrane mi porta in vetta al gia visitato (e quindi non smarcato) Monte Altissimo di Nago a 2020m slm.Sopra altri barramenti, la  chiesetta, il rifugio Chiesa (riaperto oggi dopo la storica gestione Zampiccoli terminata dopo 17 anni un mesetto fa) e poco piu in su un segnale trigonometrico rivestito da una gabbia di vetta (motivo della mia visita, le altre volte non avevo la"foto di sommità"). Pranzo e riscendo.
Ora parte la teoria furba del sottoscritto, anzichè prendere il bike tour che porta al monte Varagna, opto per una traccia da gps che mi riporta al passo delle Paltrane, li risalgo la piccola sommità senza nome e noto con mio immenso dispiacere che la traccia strapiomba sulla vallata, percorre un sentiero lungo la stessa e poi faticosamente risale per l'ultima cima del giorno, che..avrei raggiunto molto piu facilmente seguendo la via segnata dall'Altissimo.
Discese, salite, parolacce e pecore mi portano al segnavia col 601 che mi porta alla sella sud del Varagna, da li in 5 minuti un sentiero segnato con strisce gialle e blu portano sulla cima rocciosa del nostro ultimo monte dove è presente un ometto sopra le rocce piu alte. Qui i resti della Grande Guerra sono impressionanti, oltre a trincee e fortini diroccati si trovano anche materiali arrugginiti come utensili o pezzi di armamenti. Due foto e riscendo per il 601 per poi imboccare il segnavia del 624, 624bis fino a malga Campo e rientro come all'andata su 650 al passo del Creer. Massiccio del Baldo completato con soddisfazione.

mercoledì 9 agosto 2017

CIMA BAFFELAN E CORNETTO (15/05/17)


CIMA BAFFELAN E CORNETTO (15/05/17)
Regione: Veneto, Vicenza
Gruppo: Prealpi venete, Piccole Dolomiti, Sengio Alto
Elevazione: 1899m slm (Cornetto)
Tipologia: percorso ad anello con conquista delle cime.
Itinerario: da passo Campogrosso via sentiero 149 fino a passo Baffelan, poi sent.alpinistico fino a Monte Baffelan, 149 fino a monte Cornetto e rientro via 170 fino a passo Campogrosso.
Percorso: Sentiero e traccia segnata
Percorrenza: 5,5h 
Dislivello: 650m
Difficoltà: EE (monte Baffelan alpinistico)
Libro di vetta: Si (solo Cornetto)
Croce di vetta: si ambo le cime
Flora e fauna intravisti degni di nota:   Nulla
Densità escursionistica: tre escursionisti
Punti d'appoggio: Rifugio Campogrosso
Note: Percorso interessante e tecnico sulla montagna preferita dagli alpinisti vicentini.
Il sentiero, quasi sempre ben segnato, si muove in ambiente roccioso dolomitico. Personalmente se le relazioni trovate in giro fossero state "meno da fighetti", avrei portato un 20m di corda per una discesa in doppia in un paio di punti sul Baffelan. L'idea era di toccare anche le Ofre e i tre Apostoli ma essendo in compagnia non ho voluto forzare il giro gia impegnativo.

Oggi siamo in due, l'impavido Vito (mio collega, compagno di corso di arrampicata e salitore con me sul Piz Galin).
 Partiamo di buon ora da casa e alle 8:30 iniziamo il percorso che parte subito sotto il rifugio Campogrosso, ad un quarto d'ora da Recoaro (Vi); il sentiero parte da sotto la falesia della Sisilla subito ispido e ripido e in circa quaranta minuti ci fa sfiorare la prima cima, le Ofre, un collinotto poco frequentato e senza traccia, subito dopo agganciamo il passo del Baffelan; da li parte il sentiero alpinistico che porta in vetta all'omonima vetta; la via è su roccia buona e porta passaggi di I, II e un III grado, ci sono alcuni anelli, ma come noi, si puo salire serenamente slegati (le altre tre pareti partono dal IV al VII, un monticello piuttosto desiderabile). Vito sulla roccia si muove meglio di me arriviamo in vetta in 15 minuti, sulla sommità è presente un ometto e subito sotto una croce in metallo; l'ambiente è suggestivo e ricorda una vetta da 3000 anzichè un 1700.
Scendiamo con qualche difficoltà (non avevamo materiale ma era meglio una discesa in doppia) e riprendiamo il sentiero 149 scendendo da un fastidiosissimo e scosceso vallone che porta ad una serie di gallerie belliche molto affascinante. Aggiriamo le tre cimette degli Apostoli, senza traccia ma probabilmente fattibili, ma non voglio forzare la giornata essendo in coppia. Nel frattempo il Cornetto davanti a noi sembra inaccessibile. Il sentiero prosegue con qualche ponticello in metallo e qualche parte attrezzata con cavo. Si arriva alla forcella del Cornetto ma prima troviamo l'ultimo ponticello franato (ci aveva avvertito il gestore del rifugio che da poco era successo sto malanno) ma lo aggiriamo con molta attenzione su una cengietta di 30cm con sotto il vuoto. La salita verso la nostra ultima cima parte con un escursionista che scendendo, ci rassicura sulla stabilità del resto del percorso. La via parte con un III grado completamente attrezzato da catena, un piccolo canalino di I e poi il sentiero termina con un area di mughi e la panoramica vetta con croce e campana.
Tempo per due foto e riprendiamo la via del ritorno fino al (gia superato in andata) Passo degli Onari dove prendiamo prima il 176 e poi il 170, anche qui su sentiero esposto ma attrezzato con cavi metallici. Scesi dalla montagna proseguiamo su sentiero erboso circumnavigando il massiccio a ritroso finendo diretti nuovamente sotto la Sisilla e quindi al rifugio per un ottimo piatto di bigoli.