martedì 21 agosto 2018

OPERA DI COMPLETAMENTO DELLE PICCOLE DOLOMITI.




PREFAZIONE
Decisi di affrontare quest'impresa dopo aver completato il Baldo e il Carega in invernale e in solitaria. Avendo già in tasca alcune cime sono partito con una forte motivazione (parliamo di 60 cime) di completare il Super gruppo quando il meteo sulle altre Alpi era poco raccomandabile. Verso la fine del progetto l'agonismo ha preso la mano e mi sono concentrato interamente sul progetto. L'obbiettivo era di "catturare" tutte le sommità intese come cime, quindi evitando guglie, torrioni e tutto quant'altro avesse messo in estrema difficoltà l'ascesa in solitaria. Le cime delle Piccole Dolomiti, grazie anche al grande lavoro bellico di tracciamento di queste montagne, sono quasi tutte raggiungibili in maniera escursionistica anche se il più delle volte categorizzabile come EE, sia per le difficoltà tecniche che per l'orientamento nelle molte zone selvagge. Un pugno di cime sono a carattere alpinistico da suddividere con vie attrezzate, vie di roccia e vie completamente allo stato brado o quasi. Onestamente non so se qualcuno abbia mai tentato l'impresa e visto lo stato di alcune vette, devo comunque supporre di no. Pieropan, nelle sue linee guida CAI (Piccole Dolomiti e Pasubio) dove affronta anche molte torri, pale e guglie con temibili vie di roccia, non cita alcune cime da me affrontate in questa avventura, ad esempio gli inviolati Campanili e il Cherle sul Pasubio Ovest.

CAREGA
COSTA MEDIA
La Costa Media del Carega è raggiungibile dopo il passo Pertica dal 108b, conosciuto come “direttissima” e che permette dopo un’oretta di faticosa salita di toccare Cima Tibet, Cima Madonnina e poi per cresta esposta  la massima elevazione del gruppo e del super gruppo Cima Carega passando dal rifugio Fraccaroli. Cima Carega ha molte vie piu semplici per potervi arrivare come la via normale da Revolto, il sentiero alto del Fumante o il Vallone della Teleferica.

CHERLE
Il Cherle fiancheggia tutta la parte confinante col gruppo Zugna/Levante e ci si arriva sempre per il 108b come via piu breve. Comprende passando per il sent.108 cima Cherlong (senza traccia), la piccola Cima della Neve (traccua), Cima Posta (seconda vetta piu alta del super gruppo, per traccia non sempre visibile) e cima delle Grole per vecchia traccia.
Sono presenti anche guglie celebri per l’arrampicata su roccia come la Pala dei Tre Compagni ad esempio. Il rientro puo esser fatto per stessa via o per le normali del Carega in base al punto di partenza.

FUMANTE
Il Fumante è un sottogruppo del Carega con diverse guglie e che per molti risulta la parte più bella delle Piccole Dolomiti. Il punto di partenza piu comodo è il rifugio Campogrosso e da li per sentiero prima e per traccia poi (o vaji in inverno) è possibile risalire molte selle o cime del gruppo. Sono presenti anche alcune bellissime guglie piene di vie di roccia per i climbers. Le cime raggiungibili per il sentiero alto del Fumante e poi per traccia, sono la piu alta dell’Obante, cima Centrale e l’aguzza ed esposta Lovaraste. Esistono inoltre cima Mosca e cima Grillo (non segnata sulla maggior parte delle cartine) che seppur collegate geologicamente al Fumante sobo considerate parte del Carega centrale. 

TRE CROCI
ZEVOLA
Lo Zevola si raggiunge dal rifugio Battisti o dal Bepi Bertagnoli per sentiero e traccia, il Tre Croci per cresta dallo Zevola, per traccia semisparita da omonimo passo o per il vajo Battisti dal rifugio omonimo, in tutti e tre i casi il percorso è esposto, o difficile o pericoloso (io sul vajo Battisti sono sopravvissuto ad una valanga). Il Plische dall’omonima selletta nei pressi del rifugio Scalorbi è raggiungibile per traccia. Il Terrazzo da passo Zevola per sentiero e resti di traccia. 

ALTO CHIAMPO
Cima Marana, Cengia Bianca e Campetto si raggiungono da contrada Castagna per sentiero dove è possibile ricongiungersi alle montagnole del Mesole.

MESOLE
O montagnole si raggiungono da loc. La Piatta fino al passo Mesole. Da li a sinistra si raggiungono cima Bella Lasta (solo con tanta neve gelata sopra i mughi o da Recoaro per vaji) e il monte Gramolon dove è presente anche una bella ferrata. A destra del passo si tocca per il sentiero militare prima e per traccia poi cima Mesole, Cima Campodavanti e Rodecche (tutte raggiungibili per vaji dal Battisti). Rientro dalla stessa via.

DORSALE SUD
Da loc. Pagani per traccia prima e sentiero poi si toccano cima Formica e Cima Lobbia fino al passo Scagina dove parte un traccia divorata da mughi per il monte Laghetto (solo con molta neve gelata). Dal passo poi si rientra e si tocca Monte Scalette, Campo e Telegrafo di Tre Croci per traccia di sentiero fino al punto di partenza.


SENGIO ALTO

SENTIERO D'ARROCCAMENTO
Il sentiero d’arroccamento è pa via normale che segue il filo di cresta del gruppo e tocca tutte le cime dello stesso. La prima vetta è cima Ofre, elevazione poco battuta dove dal sentiero principale dopo esser partiti da Passo Campogrosso si devia per esile traccia fino al palo di vetta. Dal Passo Baffelan poco dopo la deviazione per Ofre sale la parte piu tecnica del percorso, una via segnata con bolli rossi che alterna tratti di II+ a quasi un III grado (disponibili anelli per calata) fino alla cima del Baffelan. Si riscende poi la stessa fino ai tre Apostoli, tre interessanti guglie raggiungibili per via di roccia per poi arrivare su tratti attrezzati (media difficoltà ed esposizione) a Cima Cornetto, massima elevazione del settore

ALTRE CIME
Esiste cima Campogrosso, alle spalle dell’omonimo passo raggiungibile in mezzora dal passo per tracce di sentiero.

PASUBIO

MASSICCIO CENTRALE
Comprende Cima Palon e i due Denti (che non sono propriamente cime) e fa da fulcro alle varie dorsali che vi coincidono. La via piu breve e piu semplice è strada degli Eroi o gli Scarrubbi ma per poca piu fatica e consigliabile tenerle per il ritorno e all’andata fare le 52 gallerie con sentiero dal rifugio Papa fino alla vetta piu alta del Massiccio. In ogni caso la partenza è da Bocchetta Campiglia.

CINQUE CIME 
Le cinque cime (che poi son sei) partono dalla celebre bocchetta Campiglia da dove partono le piu note 52 gallerie del Pasubio. La ferrata Forcipieri e la via piu semplice (e in alcuni casi l’unica) per raggiungere le vette di questo settore. La ferrata è molto lunghi, in alcuni tratti molto esposta ma sempre ven attrezzata e cavalca per intero la cresta sopra la strada delle Gallerie. La prima cima arriva dopo quasi tre ore tra cammino e arrampicata e si tratta di cima Bella Laita, poco dopo si tocca Cuaro e Forni Bassi (non segnata sulla ferrata ma presente una croce di legno su alcuni baraccamenti), cima Forni Alti, il cimon del Soglio Rosso (massima elevazione) e cima Osservatorio, di poco sopra il rifugio Papà dove è utile rifocillarsi. Si potrebbe proseguire per cima Palon ma la dorsale finisce li è il sentiero è comunque impegnativo, quindi è consigliabile la discesa per la strada degli Scarrubbi fino a bocchetta Campiglia.

COSTON DEI LAGHI (EST)
La zona del Coston parte da Posina, precisamente da contrada Xausa e risale per mulattiera militare la cresta o appena sotto tutta la dorsale fino al Monte Maggio. La prima cima che si incontra dopo una bella salita nel bosco è il monte Maio, diviso su due punti nonche fronti di guerra opposti, ovvero cima Maio e cima Kastele. Si prosegue poi sul fianco nord della cresta e si raggiunge per vecchi residui di traccia bellica la cima del Coston, cima Grama (senza traccia), Cima Borcoletta e la massima elevazione del sottogruppo il Coston dei Laghi per terminare il percorso alla grande croce del Monte Maggio e rientrare per la stessa via. Qui fate attenzione che il giro completo è molto lungo e non vi è presenza di acqua, bivacchi o rifugi.

PASUBIO NORD
Il Dosso Alto, Doss Anziana, Col Santo e Col Santino sono raggiungibili per semplici tracce collegate in pochi metri dai semtieri principali. Bisorte e Monte Buso invece richiedono piu attenzione. Dalla sella del Buso dove le due cime si guardano, in entrambi i casi si segue antica traccia militare fino in vetta e se per il monte Buso la salita è relativamente docile e intuitiva, per il Bisorte l’ascesa non da problemi di dislivello se non nella parte terminale, ma viaggiando su esile cresta rocciosa mista a vegetazione, chiede estrema attenzione, assenza di vertigini e piede fermo con qualche passo d’arrampicata di II su roccia non buonissima per arrivare in cima.

PASUBIO NORDOVEST
Parte con cima Trappola sopra la contrada Anghebeni anche se si parte per faticoso ghiaione da loc.Tezze. Dopodichè inizia il tratto ferrato piuttosto semplice che porta al Corno Battisti con facoltativa ma panoramica deviazione al bastione roccioso fortificato del Cappuccio di Pulcinella. Arrivati in cima al Corno si scende ad omonima selletta, poi bocchetta Foxi fino al Monte Testo per sentiero e traccia, a Roite per sentiero prima, cavalcata su dorsale per ex traccia e infine discesa dallo stesso monte fino a piccolo Roite. Da li poi si puo proseguire per semplice sentiero fino ai due denti e Cima Palon, percorso che ho fatto assestante dopo le 52 gallerie in quanto questo percorso dura già parecchie ore e oltre 20km. Rientro quindi a ritroso fino a valico Menderle con traccia fino al Monte Spil, rientro fino a Menderle e poi fastidiosa discesa su ghiaione per il 123 fino a Tezze.

PASUBIO OCCIDENTALE
Sono riuscito a salire sulla sommità del monte Dietro il Gasta per resti di tracce militari da ovest e discesa per traccia dalla cresta sud (anch'essa quasi sparita); la sommità comunque risultava visitata in quanto era presente un ometto.
I Campanili sono due grossi pinnacoli classificati come cime, l’unica via di salita che considererei via normale e la dorsale sudovest, fatta in primavera con un amico e ottima a mio parere con ghiaccio ed attrezzatura. L’accesso ha dalla sella tra lo Stadel e la Campanili dove su un masso è ben vksibile un marchio rosso. Si segue verso la Campanili i resti della trincea in mezzo al bosco (qualche ometto da me lasciato e si arriva alla dorsale erbosa. Poche tracce presumibilmente belliche e due postazioni di artiglieria con tanto di bassorilievo a distanza di 150m di dislivello a ridosso della parete nord e i resti di una bandiera sulla cima non lasciano dubbi sulla verginità della cima. Si sale arrampicando il pendio di 60° e idem disarrampicamdo, con ghiaccio meglio portarsi un paio di viti per qualche doppia. 
Infine, ho percorso tutta la base del Cherle; la montagna si è presentata con una fitta boscaglia di mughi Per tutto il suo perimetro circonferenziale escluso per una piccola breccia distante un centinaio di metri prima del basso di Lomo, all'altezza di un passaggio tra due torrioni rocciosi ho attaccato da nordest un friabilissimo camino (6/7m III) di roccia e terra, aggrappandomi ad alcuni mughi facendo forza per guadagnarne la sommità, ho percorso letteralmente sopra la vegetazione pinosa fino ad una strato di roccia liscia Ma poco pendente salibile  passaggi di II fino alle ultime roccette miste a vegetazione. La sommità ( anche in questo caso presentante due corni gemelli, quello raggiunto da est con sommità più docile e l'altro molto più simile ad una guglia forse di 1 m più bassa) come tutto il paesaggio circostante risultava illibato. Ovviamente non posso sapere se la cima è stata salita da qualche ardito soldato con buone qualità alpinistiche in periodo bellico ma credo di aver toccato la cima per la prima volta o dopo decine e decine di anni.

Ho lasciato con i pochi sassi consistenti un ometto con messaggio in vetta e uno all'altezza della paretina di II, ho perso un dado viola durante la discesa in doppia (non necessaria) dalla paretina ed ho lasciato un cordino in kevlair su una grossa radice prima della discesa in doppia (altam.consigliato anche se ho franato parecchio materiale sulla mia) sul camino iniziale di III, infine ho lasciato un ometto con scritta in indelebile all'attacco della via.

LE CIME

Le relazioni delle cime sono presenti in questo blog.

GRUPPO CAREGA
  • Cima Carega:
  • Cima Posta
  • Cima Grole
  • Cima Cherlong
  • Cima della Neve
  • Cima Madonnina
  • Cima Tibet
  • Cima Mosca
  • Cima Grillo
  • Obante
  • Centrale
  • Lovaraste 
Note: Esistono altre sommità non classificate come cime; una montagna senza nome e che altri non è che l'ante cima di Cima Carega, raggiungibile senza traccia in cinque minuti dal sentiero delle creste poco prima del rifugio Fraccaroli. Sopra il rifugio Passo Pertica è presente una sommità raggiungibile in meno di 10 minuti per sentiero e scalinata direttamente dal rifugio, anche se usualmente viene detta cima Pertica non è classificata come vetta è ufficialmente non ha un nome. Sotto cima di Cherlong, Per traccia dalla val di Ronchi ce Punta di Mezzodì, guglie interessante raggiungibile per una sola via alpinistica su roccia. Nel sottogruppo del Fumante sono presenti molte guglie con vie di arrampicata, le più celebri sono la Berti e la Gei.
L’intero Carega è fattibile in giornata partendo di buon ora dal rifugio Revolto, toccando il passo Pertica e salendo per il 108 per la ripida via delle creste e toccando Tibet, Madonnina e cima Carega in due ore e qualcosa dalla partenza, da cima Carega si devia verso il Cherle e in pochi minuti parte la salita per Cherlong (senza traccia), Neve e per fievola traccia a cima Posta per poi salire per buona traccia alla piu orientale Grole. Ci si riporta dalla stessa via a cima Carega e si scende a bocchetta Mosca cercando la traccia per l’omonima cima e poi per cresta affilata su Grillo e Obante fino a qualche passo esposto che porta a cima Centrale; rimane Lovaraste, la piu fastidiosa, si scende a forcella Lovaraste e si risale per traccia trovando la strettissima cengia franata che piomba a 300m sul vajo omonimo, coraggio e salto di mezzo metro (friabile, no ghiaccio) e poi per traccia si supera un camino di terzo e passi di II+ (anelli per la doppia) fino all’esile e appuntita cima, poi si puo fare il sentiero a ritroso fino al passo Obante, si scende allo Scalorbi e per 109 fino a Revolto.

GRUPPO ZUGNA LEVANTE
  • Monte Zugna
  • Coni Zugna
  • Cima Selvata
  • Cima Mezzana
  • Cima Levante
Note: in questo gruppo sono presenti alcune guglie che erroneamente sono classificate come cime all'interno dello stesso, si tratta della pala di Cherle e la pala dei tre compagni, raggiungibili per via di Roccia, la prima avvicinandosi per sentiero sulla via normale di Cima Levante, la seconda per traccia dietro cima delle Grole sul Carega. Poco prima dell'arrivo su strada asfaltata alla rifugio Coni Zugna È possibile arrivare per sentiero alla località Zugna Torta, in alcuni casi erroneamente classificata come cima ma in realtà una semplice spalla del Monte Zugna.
Anche questo gruppo è fattibile in giornata arrivando da Rovereto al rifugio Coni Zugna e poi per comoda traccia alla cima del Monte Zugna. Si scende poi seguendo il buon sentiero per passo Buole superando lo sperone roccioso del Coni Zugna (bastione roccioso con una via di V su pessima roccia) e poi fino alla base di cima Selvata dove esiste una vecchia e coperta perlopiu traccia militare. Superato passo Buole si sale per trincee a cima Mezzana per poi scendere sempre per trincee. Il sentiero prosegue fino a pala di Cherle e poi per traccia alla massima e splendida sommità del gruppo cima Levante rientrando infine per percorso a ritroso.

GRUPPO TRE CROCI
  • Zevola
  • Tre Croci
  • Terrazzo
  • Gramolon
  • Laghetto
  • Porto
  • Scalette
  • Formica
  • Lobbia
  • Telegrafo
  • Marana
  • Cengia Bianca
  • Campetto
  • Mesole
  • Bella Lasta 
  • Plische 
Note: anche su questo vastissimo gruppo perlopiù erboso sono presenti spalle, anticime e guglie che in alcuni casi sono classificata erroneamente come vette.
Guglia Ars Jani, raggiungibile per sentiero dalla via normale della Bella Lasta per via di roccia. Monte Falcone, spalla del Monte Campetto, raggiungibile dal rifugio omonimo per la traccia di sentiero in pochi minuti dallo stesso. Cima senza nome, una formazione rocciosa che si erge di fronte al Monte Plische, raggiungibile per traccia di sentiero dalla via normale del Plische, questa avrebbe tutte le caratteristiche di una cima ma su qualsiasi cartografia non risulta essere mai stata denominata.
Esistono inoltre altre guglie sempre nella zona di Recoaro dove è possibile effettuare arrampicate.
Il vasto gruppo Tre Croci spazia perlopiù in territorio vicentino, partendo dal rifugio Scalorbi in piena valle di Campobrun si raggiunge per sentiero prima e traccia poi il piramidale Plische, che gode di ottima posizione sulla vallata, io lo raggiunsi per traccia sul versante nord su misto e su ghiaccio l’anno dopo per parete nord. Il Tre Croci gode di altrettanta ottima posizione, dall’omonimo passo si tale per traccia ormai sparita e divorata dai mughi, ancora ben visibili e essenziali i bolli rossi fino in vetta, la discesa puo avvenire attraversando la concatenata spalla nord della cima piu alta del gruppo, Lo Zevola, come feci io, mentre per risalirlo feci la via normale da passo Zevola per comoda traccia. Tre Croci e Zevola come per altre cime sono raggiungibili in inverno per couloir, conosciuti in zona come Vaji. Li vicino è risalibile pure il monte Terrazzo, anche se a poco dalla cima la traccia si perde e bisogna avanzare scorticando mughi per raggiungerne la sommità. Il Monte Gramolon, raggiungibile per traccia da Nord Est o per ardita ferrata dal rifugio Bertagnoli. Il Monte Laghetto, per traccia da passo Scagina, verso la sommità divorata dai mughi. Da loc.Pagani si puo raggiungere il monte Formica arrampicando libero per facili dorsali erbosi, poi per traccia si possono toccare il monte Campo, Telegrafo di Lobbia, Scalette e per sentiero cima Lobbia. Da loc. Castagna invece si puo risalire fino cima Marana toccando poi per traccia con passi d’arrampicata il Cengia Bianca, il Campetto, Cima Campodavanti, il Rodecche , il Mesole (senza traccia ma intuibile da est) e la infine Bella Lasta, aveva un sentiero d’arrocamento ormai divorata dai mughi e che ho salito con buona neve (con attenzione alle cornici sulla cima) in alternativa attraverso due vie di roccia da Recoaro mille o per vajo ghiacciato dallo spallone denominato Salbanara. 

SENGIO ALTO
  • Cornetto
  • Baffelan
  • Ofre
  • Campogrosso
Note: questa catena, così chiamata, rimane forse la più piccola ma la più caratteristica dell'intero supergruppo, nota per le molte vie alpinistiche oltre alle vette sopra citate ha tre guglie tra Baffelan e Cornetto conosciute con il nome di Tre Apostoli, più correttamente Primo Apostolo, secondo apostolo e Terzo Apostolo, raggiungibili Per via di roccia in avvicinamento sul sentiero di arroccamento per la via normale del Cornetto. La Sisilla, palestra di roccia con guglia che si erge di fronte al rifugio di Campogrosso.
La cima Campogrosso seppur si erga vicino al Sengio Alto e ne venga attribuita erroneamente l'appartenenza, morfologicamente farebbe parte del Fumante, Dove, tra quest'ultima e il Fumante stesso si ergono due conformazioni rocciose alle quali non è stato attribuito alcun nome ma raggiungibili per traccia su sentiero che collega Campogrosso a Lovaraste.
Cima Ofre, Baffelan e Cornetto sono raggiungibili per sentiero d’arroccamento e traccia con parti attrezzate e in alcuni casi esposte, oltre al kit ferrata con casco è consigliabile un po di corda per delle brevi discese in doppia dalla cima del Baffelan (passaggi di II+).


GRUPPO PASUBIO
  • Palon
  • Soglio dell'Incudine
  • Osservatorio
  • Forni Alti
  • Forni Bassi
  • Cuaro
  • Bella Laita
  • Cimon del Soglio Rosso
  • Corno Battisti
  • Trappola di Vallarsa
  • Dietro il Gasta
  • Campanili
  • Cherle
  • Dosso alto
  • Doss Anziana
  • Col Santo
  • Col Santino
  • Spil
  • Testo
  • Roite
  • Piccolo Roite
  • Bisorte
  • Buso
  • Ciore
  • Menderle
Note: Soglio d'Uderle, il Soglio Rosso ed il Campanile Fontana d'oro sono alcune delle tante guglie che circondano il Pasubio, tutte con vie di roccia.
Il Dente Italiano ed Austriaco sono due anticime di Palon, oltre che a tristemente celebri postazioni belliche raggiungibile per via normale al Palon.
Il Cappuccio di Pulcinella è una formaziome rocciosa perlopiù boscosa all'interno una postazione di artiglieria scavata nella roccia, ci si arriva dalla via normale al Corno Battisti per deviazione su scalinata attrezzata; la sommità presenta pochi passi di arrampicata su rocca friabile mista a vegetazione, non ha traccia ma non risulta inviolata.
Infine, molti confondono la catena tra il monte Maio e il Coston dei Laghi appartenenti al Pasubio, in realtà si tratta di Prealpi venete vicentine, delimitate dal massiccio dalla val Borcola.
Il gruppo piu grande e desertico delle Piccole Dolomiti, perlopiu sconosciuto se non per la strada delle 52 gallerie da dove si puo raggiungere la massima somità di cima Palon per sentiero. Partendo da est cima Bella Laita, Cuaro, Forni Bassi (non sempre segnata), Forni Alti, Cimon del Soglio Rosso e Osservatorio sono raggiungibili per la faticosa ed esposta Ferrata Forcipieri partendo da Bocchetta Campiglia. Io poi in un epico giro ho preso le cime Trappola, Corno Battisti, Monte Testo, Spil, Roite e Piccolo Roite dalla via ferrata del Battisti agganciandomi a bocchetta delle corde fino appunto al piccolo Roite (a pochi passi da cima Palon).
Soglio dell’incudine la presi oer via normale da Pian delle Fugazze mentre Dosso Alto, Doss Anziana, col Santo e col Santino per via normale da Giazzera e agganciandomi poi da Alpe del Lancia fino al passo del Buso e risalendo per bellissima traccia esposta al monte Bisorte e poi al monte Buso. L’inesplorata parte occidentale per me ha un sapore importante, da loc. Perrucca risalgo per buona traccia con passi d’arrampicata su dosso erboso il monte Dietro il Gasta, supero la cima gemella del Campanili (presumibilmente inviolata con vie strapiombanti almeno di V) e arrivo sotto il Cherle, aprendo da poco prima del passo del Lomo una via di III su mughi, fango e roccia friabilissima e salendo presumibilmente in prima assoluta da tracce assenti fino alla sommità.
Riscendo poi per la stessa estenuante via. Ciore e Menderle sono le due elevazioni principali di una piccole dorsale che da Ovest va verso nord e l’altipiano della Lora. Il sottogruppo completo comprenderebbe anche Cima Alto e Cima Bassa ma entrambe altro che non sono che due anticime della Ciore. In molte cartine nessuna di queste 4 elevazioni è segnata essendo di scarso valore alpinistico e bassa elevazione; si raggiungono esclusivamente dal sent.135 tagliando poi per uno dei tanti vaji che salgono sulla cresta tra numerosi residuati bellici.
La dorsale del Coston dei Laghi sale da loc Xausa e porta per sentiero e poi traccia a cima Kastele, Monte Majo e poi seguendo il sentiero in cresta deviando per svanita traccia la cima del Coston e cima Grama per via libera. Borcoletta per facile traccia. Si risale poi il Coston dei Laghi per antica traccia e trincea e infine per traccia segnata il monte Maggio con sentiero a ritroso. Conquisto la Campanili assieme ad un amico, dopo due tentativi falliti e un attento studio sulla salita, partendo dalla sella dello Stadel per trincee risalgo l’erbosa parete sud e constato l’area violata sicuramente da soldati della grande guerra e almeno fino ad una certa altezza anche da archeologi dell primo conflitto mondiale. Sulla vetta una bandiera scolorita di indecifrabile provenienza, riscendo dallo stesso percorso.
Sulle opere di Pieropan sulla Guida ai Monti d’Italia non esistono testimonianze nemmeno topografiche della salita alle cime del Val Prigioni. Personalmente ho costatato antiche tracce umane, presumibilmente belliche, solo su Stadel e Campanili.

lunedì 6 agosto 2018

CIMA PIAGÙ E DOSSOLI (27/03/2018)


CIMA PIAGÙ E DOSSOLI  (27/03/2018)
- Regione: Trentino Alto Adige, Trento
- Gruppo: Prealpi Lombarde, gruppo Baldo  
- Elevazione: 1328m slm (Dossoli)
- Tipologia:conquista delle cime and back
- Itinerario: da bivio sp 208 valle dei Molini con Malga Piagù per forestale prima e traccia poi fino a punta Piagù e ritorno, poi con auto fino a malga Dossoli (sp208 tornante 8) parcheggio e salgo a cima Dossoli e ritorno.
- Percorso: Sentiero segnato, traccia non sempre segnata
- Percorrenza: circa 5h complessive
- Dislivello: 700m circa
- Difficoltà: E
- Libro di vetta: no
- Croce di vetta: Si (ambo le cime)
- Flora e fauna intravisti degni di nota: nulla
- Densità escursionistica: nessuno
- Punti d'appoggio: Piagù (centro sociale operazione Mato Grosso
- Note: Tutto era partito con il fare un po di allenamento, visionare da nord un possibile bivacco per il prossino weekend e sopratutto conquistare Pubta Piagù, vista tempo fa mentre andavo sul Cadriq e scambiata inizialmente per il Corno della Paura, poi vedi una croce di vetta sul Baldo occidentale a me sconosciuta e via di Dossoli, non soddisfatto mi sposto a San Valentino e riconquisto il Postemon.

Parto tardi da casa e arrivo alle 11:00 al bivio con Malga Piagù dopo aver risalito praticamente tutti i tornanti che da Avio portano al Baldo sulla 208. Parcheggio lungo la strada e per forestale inizio la via verso cima Piagù, stupendo cornetto visibile sulla A22 collegato per cresta Al fratello maggiore Corno della Paura; dopo qualche centinaio di metri È possibile scegliere se deviare a destra continuando per la forestale oppure prendendo la sinistra per sentiero più corto e ripido nel bosco fino alla malga sopracitata. Qui Veronesi, Patron di Calzedonia ha acquistato i terreni e messo in atto l’operazione Mato grosso (lavori socialmente utili di cui il ricavato andrà alle popolazioni andine), supero il centro e sempre per ottima traccia di sentiero arrivo in breve alla panoramica punta dove è visibile il Carega, Zugna, Lessinia e Valdadige con un colpo d’occhio veramente eccezionale. La punta non è la massima elevazione e presenta un baraccamento bellico con un piccolo ometto; la vera sommità di Piagù è poco più sopra del punto panoramico e si raggiunge con qualche breve passo fuori traccia dove si erge un altro baraccamento bellico e una arrangiata croce di vetta. Scendo per la stessa via e riprendo la macchina, avendo fatto piuttosto presto E complice la bella giornata E complice la bella giornata decido di andare verso San Valentino e rifare il Monte Postemon ma i miei occhi vengono catturati da un’imponente croce di vetta che dà su un bastione che avevo sempre sottovalutato, si tratta del Monte Dossoli. Controllo velocemente sul GPS e noto che non esiste traccia ma dalla provinciale è piuttosto semplice risalire la dorsale ovest e raggiungere la sommità quindi mi metto alla ricerca del punto più vicino, parcheggio la macchina lungo la strada e su neve cristallina risalgo la dorsale arrivando alla croce di vetta in 10 minuti. Controllando l’orologio è ancora complice lo splendido sole decido di raggiungere San Valentino per la metà che mi era prestabilito prima parcheggiando al rifugio e albergo Sole del Baldo. Nonostante sia lunedì gli impianti di risalita sono in funzione e qualche sciatore se la sta spassando alla grande, io prendo nuovamente il sentiero della pace che feci lo scorso inverno fino al punto di attacco secondo me migliore per raggiungere la sommità del Postemon su neve discreta. In circa 40 minuti risalgo la cima e la scendo sempre per traccia intuitiva. Sulla punta del Postemon oltre alla croce di vetta è presente un impianto di risalita che da Polsa porta direttamente alla sommità per permettere agli sciatori di lanciarsi giù per i valloni. Rientro dalla stessa via e mi godo una meritata birra all’albergo prima di riprendere l’auto.


CIMA CIORE E MENDERLE (14/03/2018)


CIMA CIORE E MENDERLE (14/03/2018)
- Regione: Trentino Alto Adige, Trento
- Gruppo: Piccole Dolomiti, Massiccio del Pasubio 
- Elevazione: 1541m slm (Menderle)
- Tipologia: conquista delle cime and back
- Itinerario: da Raossi per sent.135 poi per traccia militare non sempre segnata alle due cime e ritorno per la stessa via o scorciatoie sulla traccia a ricongiungersi sul 135.
- Percorso: Sentiero segnato, traccia non sempre segnata
- Percorrenza: circa 4h con soste
- Dislivello: 900m
- Difficoltà: EE I
- Libro di vetta: no
- Croce di vetta: no
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Camosci
- Densità escursionistica: nessuno
- Punti d'appoggio: nessuno
- Note: Giro interessante dal punto di vista storico ma poco dal punto alpinitico, il tutto in ambiente poco frequentato.

L’obbiettivo di oggi era tuttaltro, ovvero tentare per l’ennesima volta di visionare, valutare e documentare i vaji che dalla Val di Piazza portano al Cherle e ai Campanili, sia per effettuare la seconda ascesa al Cherle e sia per scoprire qualcosa di piu sulla misteriosa Campanili.
Spendo due parole su questa ricognizione. Come ben ricorderete, quest’estate violai (in teoria) la vetta del Cherle, cima dimenticata sul Pasubio occidentale a ridosso di passo Lomo dove non risulta alcuna salita e sulla cima non ho notato residuati bellici; questa vetta risultava inacessibile da est, da Sud e da Nord a causa di pareti friabili, vegetazione etc. Ma lo stesso riuscii a trovare una breccia da una forcella vicino a passo Lomo profanando forse per la prima volta la vetta. Rimase cima Campanili, mostruoso bastione bicorno con pareti da sud ed est e strapiombi da nord, questultima rimane il mio ostacolo a compiere interamente le cime delle Piccole Dolomiti. Oggi dai tre vaji ho visto delle buone vie di salita, previa ottimo innevamento, sul Cherle tra questultimo e campanili, con un accesso piu lungo ma forse piu facile che dalla mia via da nordovest. Campanili invece con i sue due vaji risulta inaccessibile pure da ovest con un vajo con pendenze tra 80/90 che terminano con una parete apparentemente friabile con passaggi di 5 e, un vajo di discreta pendenza 70/75 ma che termina su una parete con passaggi di 5 e una cresta con almeno tre tiri minimo di 4+. Al parcheggio a Raossi peró, riguardando la montagna prima di rassegnarmi noto un ottima dorsale che parte dalla sella del gia toccato monte Stadel e che probabilmente si puo raggiunge dalla traccia per la via normale a questultimo, quindi la speranza ce ancora.
Tornando all’escursione di oggi mi porto a Raossi e percorro la strada in direzione pian delle Fugazze poco prima della fine delle paese a sinistra imbocco il sentiero 135. Sentiero parte su strada asfaltata e poi su ottimo sentiero prosegue dritto in direzione della Lora. Più volte mi fermo per fotografare e documentare i vaji di cui scrivevo poco fa. Dopo il Primo giro di tornati a zig-zag noto un vajo colmo di resti bellici ricordo improvvisamente che sulla mia sinistra ci sono alcune cime di bassa elevazione non segnate sulla maggior parte delle carte alpinistiche. Inizio a risalire il vallone incontrando sempre più resti bellici, fogliame e legno aggiunti al terreno fangoso di certo non aiutano la faticosa salita. Resta sicuro che questo vallone era utilizzato dai militari per raggiungere le postazioni situate sulle 4 piccole cime meta di oggi. Raggiungo le prime due elevazioni  iniziali della dorsale chiamate Basso ed Alto ma che alpinisticamente parlando non sono cime ma spalle di cima Ciore; queste due sono facilmente raggiungibili per resti di traccia militare direttamente dalla cresta e sopra si notano sentieri e resti di trincea. Costruisco due ometti su ambo le sommità. Mi dirigo verso le due cime successive nonché le uniche considerabili con questo aggettivo. Anche queste si raggiungono per cresta sempre attraverso reti di traccia, su Ciore ce un vecchio ometto e molti resti bellici, su Menderle, piu rocciosa devo usare le mani e fare attenzione poi mentre disarrampico dalla stessa via. Sulla cima oltre all’ometto ce un albero con uno straccio rosso, forse un maglione, di sicuro qualcosa di recente. Riscendo per uno dei tanti valloni al 135 e poi al parcheggio aggiungendo altre due cime che non avrei mai pensato di fare e che mi hanno portato ad un ottimo punto di osservazione per eventuali salite sulle vette del Pasubio occidentale.

CIMA RODECCHE (20/01/2018)


CIMA RODECCHE (20/01/2018)
- Regione: Veneto, Vicenza Alto.
- Gruppo: Piccole Dolomiti, Tre Croci
- Elevazione: 1666
- Tipologia: Giro ad anello con conquista della cima
- Itinerario:
- Percorso: via di ghiaccio, traccia parzialmente segnata
- Percorrenza: circa 4,5h senza soste
- Dislivello: 700m
- Difficoltà: AI
- Libro di vetta: no
- Croce di vetta: no
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Camosci a branchi
- Densità escursionistica: nessuno
- Punti d'appoggio: malga Campodavanti (chiusa)
- Note: Cima raggiungibile molto piu semplicemente d’estate su sentiero d’arroccamento delle Montagnole del Tre Croci, arrivando alla malga si devia per il sentiero Rodecche che porta all’omonimo passo dove a destra si va all’ominima cima, a sinistra a cima Campodavanti e dritti per un erto vajo (Vajo Rodecche) con sentiero segnato; la via invernale è semplice ma riservata ad alpinisti con un minimo di base di movimentazione su vaji e couloir; la via di ghiaccio porta a passo Mesole e poi si segue il percorso estivo; obbligo di ramponi, piccozza e casco, consigliata corda e imbrago.

Parto con il buon Andrea, compagno vicino conosciuto Al corso di alpinismo invernale e con molti punti in comune, sia 13 che di pensiero con il sottoscritto. Alle 6:50 parcheggiamo ad Asnicar, Una località vicina a Recoaro e iniziamo il percorso dove solo dopo pochi metri iniziamo già ad indossare i ramponi a causa della carrozzabile ghiacciata. Seguiamo la strada forestale fino all’ intuibile attacco del Boale del Mesole. Indossiamo quindi ibrago, casco ed estraiamo le piccozze. Il Vaio parte con pendenze leggere intorno ai 40 fino ad arrivare a circa 55°. La salita è piacevole e la neve è molto dura anche se è una leggera polvere caduta forse qualche sera prima non rende eccellente il percorso; a circa 50 m dal passo in siamo a trovare parecchia roccia e poca neve faticando un po’ visto il ghiaione sottostante del Boale. Arrivati al passo facciamo merenda e vediamo a sinistra  per il sentiero dei 202 (L’idea iniziale era di salire la Bella Lasta dalla stessa via fatta da me 15 giorni fa ma la poca neve non ce lo ha permesso) arrivando a malga Campodavanti in uno spettacolare ambiente invernale con miriadi di camosci e le cime leggermente sbiancate. Deviamo per il sentiero Rodecche e poco prima del passo omonimo arrampichiamo su misto per qualche decina di metri arrivando a cima Campodavanti. Tempo di bere un sorso di te e fare due foto e per cresta arriviamo nuovamente al passo allungando Chi di qualche decina di metri con una leggera risalita andando a toccare la cima nuda descritta sul titolo di oggi.
Scendiamo nuovamente al passo e facciamo l’omonimo Vaio arrivando alla forestale nei pressi di contrada  Anghebe proseguendo puoi per varie deviazioni sempre su strada segnata fino all’automobile.