venerdì 25 maggio 2018

CIMA PALONI, REDUTTE E CERBIOLO (21/11/2017)

CIMA PALONI, REDUTTE E CERBIOLO (21/11/2017)
- Regione: Trentino Alto Adige, Trento
- Gruppo: Prealpi Lombarde, Gruppo Baldo, Sottogruppo Monte delle Erbe
- Elevazione: 1615m slm (Redutte)
- Tipologia: Giro ad anello con conquista delle cime 
- Itinerario: Da Rifugio Cedron per traccia segnata e non fino a passo Cerbiolo, poi per sentiero “delle vacche” e nuovamente per traccia, forestale dell’orto botanico e carrozzabile Graziani fino al rifugio.
- Percorso: Sentiero segnato, traccia non sempre segnata
- Percorrenza: circa 4h senza soste
- Dislivello: 900m
- Difficoltà: E
- Libro di vetta: No
- Croce di vetta: No
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Nulla
- Densità escursionistica: Due ragazzi al parcheggio
- Punti d'appoggio: Rifugio Novezzina, Rifugio Cedron, Bivacco Lavacchio, Malga  Fassole Alta (chiusa)
- Note: Giro interessante dal punto di vista escursionistico e storico in zone poco frequentate. L’area è stata interessata nella grande guerra per le postazioni italiane e cecoslovacche e precedentemente era zona di confine austriaco.

Ce da premettere un po di roba.
Ho scoperto pochi giorni fa che il Baldo non l’ho completato, errori miei di calcolo e relazioni sbagliate sul web mi hanno fatto confondere Fontanelle con Pettorina e una spalla del Telegrafo, inoltre Valfinestra, a mio modo di vedere una spalla rocciosa della Valdritta, me la evidenziano come cima, quindi oggi volevo completare il massiccio principale facendo Fontanelle e sta Valfinestra visti i piacevoli residui nevosi e l’ottima giornata. Sono tornato ieri da impegni in Bavaria e non avevo controllato eventuali nevicate. Arrivo a Novezza per giungere alla partenza del 652 ame trovo la strada sbarrata, chiusa per pericolo valanghe/gelo; mi arrabbio perchè a valle non è segnata la cosa. Apro il gps e penso cosa fare; le Piccole Dolomiti sono distanti e il resto del Baldo (credo) l’ho gia fatto. Guardo per aria sopra il rifugio Cedron e noto una cima, controllo sul GPS e mi dice nulla ma è a 1600, quindi è una cima. Amplio l’area e vedo che è un mini massiccio assestante all’estremo sud del Baldo, tre cime, nessuna segnata. Sapevo del monte Cordespine e Motta ma sotto i 600m sono colline, quindi ero convinto che l’ultimo monte a sudest del Baldo fosse il Corno della Paura, escludendo Punta Piagù che sebbene sembri una cima dal basso altro non è che una spalla del Corno, arrivabile in auto tra l’altro.
Parto in direzione cima su comoda forestale e dopo un paio di tornanti trovo un cartello con le spiegazioni. Il masiccio si chiama Monte delle Erbe, appartiene al
Baldo e ha tre cime, Paloni, Redutte e Cerbiolo. Molto bene, chiudiamo definitivamente le vette secondarie di questo Baldo dalle mille sorprese. Ls giornata e fotonica, azzurrissima, la poca neve e vetrato non richiedono ramponi e in mezzora raggiungo la cresta di Paloni e dopo 15 minuti la cima con un misero palo immerso nelle numerose trincee innevate. Proseguo per traccia e tra bosco e cresta sempre in mezzo a numerosi baraccamenti giungo a Punta delle Rodecche, massima sommità del giorno, sulla cima è presente in buono stato un antico cippo di confine austriaco. Merenda ed inizio a scendere per traccia su cresta ma la neve rende la discesa troppo pericolosa ed esposta, quindi seguo tracce di neve sulla dorsale ovest tentando di agganciare il sentiero S661; perderó quasi un ora per riuscirci su pericolosissimi pendi innevati in mezzo al bosco. Agganciato il sentiero mi porto comodamente al passo del Cerbiolo e inizio a risalirne la dorsale per sporadiche tracce faticando un po su resti di neve. Giungo in cima dove ce un orrido ripetitore. Scendo e aggancio la forestale “delle vacche” che fa da anello al massiccio. Supero malghe, l’osservatorio del Baldo e poi mi porto sulla carrozzabile Graziani asfaltata fino alla mia auto.

Viste eccezionali su Baldo, Lessinia e Piccole Dolomiti. 

CIMA OFRE E CAMPOGROSSO (14/11/2017)


CIMA OFRE E CAMPOGROSSO (14/11/2017)
- Regione: Veneto, Vicenza
- Gruppo: Piccole Dolomiti, Sengio Alto 
- Elevazione: 1780m slm
- Tipologia: conquista delle cime and back
- Itinerario: Da rifugio Campogrosso per sentiero 149 e poi traccia fino a Ofre, rientrando al rifugio per traccia intuitiva a cima Campogrosso e ritorno.
- Percorso: Sentiero segnato, traccia non sempre segnata
- Percorrenza: circa 3,5 senza soste
- Dislivello: 650m
- Difficoltà: EE (nel mio caso AI)
- Libro di vetta:No
- Croce di vetta: No
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Nulla
- Densità escursionistica: 1 alpinista su cima Ofre
- Punti d'appoggio: Rifugio Campogrosso
- Note: Cime semplici rimastemi da fare dopo l’escursione di questa primavera sul gruppo; la prima al passo Baffelan presenta una traccia piuttosto esposta tra fastidiosi mughi, fatta in ambiente innevato sono riuscito a scavalcare molti arbusti; la seconda è una semplice passeggiata in salita.

Il tempo stringe e le nevicate non aiutano ma con queste due conquiste arrivo a 99 cime annue e ad un tiro di schioppo da un altro mio obbiettivo stagionale, le cento cime annue appunto.
Il tempo nel weekend trascorso è stato tremendo, gelo, neve e vento fortissimo hanno fatto da padrone e quindi opto per due cime semplici rimaste da fare sulle Piccole Dolomiti nella speranza di trovare possibilità di salita x la neve.
Da Montecchio il Sengio Alto sembra innevato ma non troppo ma poi arrivato a Campogrosso mi rendo conto che la neve ce, bazzica tra i 20 e i 50cm ed è fresca senza traccia sul sentiero d’arroccamento. Non mi perdo d’animo e inizio a salire con le ovvie difficolta dell’ambiente innevato. Il vetrato sottoneve lo evito con i ramponi e mi godo senza fretta la salita in una giornata eccezionale col cielo azzurro che contrasta con la neve. Il sentiero si percepisce appena e un po lo ricordo ma il 149 tende ad ingannare, cosa che bypasso grazie al gps. Salgo al passo del Baffelan dove parte la traccia erta verso cima Ofre, visibile solo per l’assenza di mughi (o quasi) sulla stessa. Qui serve assenza di vertigini soprattutto per scavalcare qualche arbusto, la corda non serve ma la piccozza si. Cima Ofre presenta due cime vicine ma ovviamente la sommità è quella piu distante. Giunto al palo di vetta mi godo uno spuntino, una vista mozziafiato su un cielo limpidissimo che merita tante foto. Scendo ora sul piu facile sentiero tracciato e incrocio l’unico essere umano sul monte, un signore in ciaspole che mi ringrazia di avergli battuto la traccia. Quasi al rifugio tolgo gli inutili ramponi e poi zaino e attrezzatura tenendo solo le racchette mi spingo prima su asfaltata e poi su dorsale intuitiva sulla limitrofa cima di Campogrosso alle spalle dell’omonimo rifugio. Arrivo in cima ai resti di una croce di pietra su ne ve mole e fonda. Riscendo e mi godo un bombardino e una torta all’ottimo rifugio.

CIMA CASTELBERTO (12/11/2017)


CIMA CASTELBERTO (12/11/2017)
  • Regione: Veneto, Verona
- Gruppo: prealpi venete, altipiano della Lessinia
- Elevazione: 1756m slm
- Tipologia: Conquista della cima e ritorno.
- Itinerario: da malga Lessinia per strada forestale e poi sentiero 257 fino alla cima e ritorno.
- Percorso: Sentiero segnato
- Percorrenza: circa 2h totali
- Dislivello: 200m
- Difficoltà: T
- Libro di vetta: No
- Croce di vetta: No
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Nessuna
- Densità escursionistica: una trentina di persone.
- Punti d'appoggio: Rifugio Castelberto, Malga Lessinia
- Note: Giro semplice per tutti in ambiente alpestre, la percorrenza è perlopiù su ampia strada forestale chiusa al traffico. Numerose testimonianze belliche sul percorso e in particolare sotto la cima.

Quasi 15 giorni di stop per impegni vari mi portano quasi al soffocamento cittadino e approfitto della  mezza giornata libera per salire ad una cima senza troppe pretese assieme al compare Vito, gli amici Maurizio e Cristiano appassionati di escursioni e consorti. L’escursione è classificata turistica è la percorrenza di due ore, il dislivello esiguo e il sentiero elementare lo livellano ad essere veramente alla portata di tutti nonostante come oggi fossimo con cattivo tempo e neve a terra.

Partiamo da malga Lessinia dopo il paese di Erbezzo e scarpiniamo in leggera salita con a sinistra lo skyline completo del Baldo e alle spalle i fratelloni innevati di Adamello, Presanella, Carrè Alto e Brenta e dall’altro lato un innevatissimo e maestoso Carega con le piu vicine Tomba, Sparavieri e Trappola a fare da cornice. In meno di un ora di semplice passeggiata si arriva al rifugio Castelberto che saltiamo per puntare alla vicina area delle trincee dove si determina la sommità del monte. La neve ha colmato le fosse quindi rientriamo al rifugio congelati a darci carica con un buon Bombardino. Dopodiché riprendiamo marcia inversa con le nubi che ci avvolgono e scendiamo a malga Lessinia, celebre per gli gnocchi “sbatui” e pranziamo per poi riprendere la vettura.