lunedì 12 agosto 2019

CIMA LA RODA (04/07/2019)

CIMA LA RODA (04/07/2019)
Regione:Trentino Alto Adige, Trenti
Gruppo:Alpi Orientali, Dolomiti di Brenta
Elevazione: 2125m slm
Tipologia:Conquista della cima e rientro
Itinerario: Dalla Stazione a monte del Paganella per sentiero attrezzatobe poi ferrata delle Aquile.
Percorso:Sentiero segnato e ferrata segnata
Percorrenza:circa 2,5h
Dislivello:300m
Difficoltà:EEA
Libro di vetta: No
Croce di vetta: No 
Flora e fauna intravisti degni di nota: Nulla
Densità escursionistica:Medio alta
Punti d'appoggio:Rifugio La Roda
Note: La Roda è raggiungibile per sentiero da Andalo (circa 1000m di dislivello), scendendo da cima Paganella per 10 minuti o come noi, per la ferrata delle Aquila. Segnata come cima, è uno spallone del massiccio Paganella

Partiamo tardi (con Gerry) per una serie di imprevisti (traffico, lavori e impianti di risalita molto lento). Dalla cima del Paganella di fronte a noi troviamo subito un segnavia che indica il sentiero delle Aquile. Intrapreso il sentiero tra i mughi che dopo poco presenta qualche erta cengia attrezzata, arriviamo al bivio che separa la continuazione del sentiero che poi porta al sentiero botanico e la nota ferrata. Ci imbraghiamo e iniziamo a scendere per la parete est del monte e in alcuni punti strapiombanti la forza di gravità mette a dura prova le nostre braccia. Dietro di me un pensionato senza assicurazioni; Subito vedendo la sua agilità tra le rocce e mi sono detto, sarà una guida alpina o comunque uno che il sentiero l’ha fatto migliaia di volte… Lasciamola passare così non rallentiamo! Una volta giunto da noi attaccabottone e ci spiega che si trovava lì per caso sul Paganella non voleva perdere l’occasione ma non aveva nulla per assicurarsi, io sinceramente non mi sono permesso di dirgli di tornare indietro ma gli ho fatto presente che il sentiero era sempre più erto di come lo aveva visto fino al quel momento, se voleva avevo un dissipatore di emergenza ma purtroppo ero sprovvisto di un imbrago; fatto sta che dopo cinque minuti ha deciso saggiamente di tornare indietro anche perché se fosse caduto, a fianco a me probabilmente mi avrebbe trascinato con lui. Il sentiero si fa sempre più esposto ma meno pesante a livello fisico con una sorta di sali e scendi ma sempre lungo la change a orizzontale che porta ai due celebri ponti tibetani e poi al libro di via. Da qui ci sono due scelte, il più recente “nido dell’Aquila” dove si affrontano due scale a chiocciola di metallo verticali che danno un senso di vuoto estremo è un piccolo tratto finale dove tirarsi su con un capo di ferro, l’altro, la via originale, ovvero lo “spigolo del vento”, una simpatica arrampicata di III+ su uno spigolo Dove si può alternare passaggi su roccia puri ad aiuti con il solito cavo metallico. Noi optiamo per lo spigolo del vento e in circa 20 minuti scarsi raggiungiamo il trono dell’Aquila ovvero la fine della via. Tempo per due foto e iniziamo la faticosa risalita che porta al bivio dove inizia la ferrata e anziché tornare verso il Paganella deviamo a sinistra verso cima la roda e le sue tantissimi antenne televisive. Foto di vetta e rientro verso il Paganella dove facciamo un’altra foto con la croce di vetta E ci gustiamo una bella fetta di torta è una bella birra media.

CIMA CORNETTO DI FOLGARIA, SECONDA CIMA, TERZA CIMA, BECCO DI FILADONNA, CIMA VIGOLANA (19/06/2019)

CIMA CORNETTO DI FOLGARIA, SECONDA CIMA, TERZA CIMA, BECCO DI FILADONNA, CIMA VIGOLANA   (19/06/2019)
Regione:Trentino, Trento
Gruppo:Prealpi Venete, Altopiano Vigolana 
Elevazione: 2150m 
-Tipologia:Giro ad anello con conquista delle cim
Itinerario: Da loc. La Fricca per sent.439 fino in cresta e poi prima per sent.425 alternato a traccia per tutte le cime con discesa per 442 alla Fricca
Percorso:Sentiero e traccia segnati
Percorrenza:circa 7,5h
Dislivello:1650m
Difficoltà:EE
Libro di vetta: Si (Becco di Filadonna)
Croce di vetta: Si (Becco di Filadonna)
Flora e fauna intravisti degni di nota: Scoiattoli
Densità escursionistica:Circa 10 persone
Punti d'appoggio:Rifugio Casarota
Note: Importante ascesa a 5 delle 6 cime del massiccio principale di questo gruppo montuoso dalle difficoltà escursionistiche.

Arrivo con Gerry alla Fricca, poco dopo Folgaria quando fino a due ore prima, causa temporali, si stava decidendo ancora dove andare. Lasciamo il mezzo parcheggiato nei pressi di un piccolo slargo dove è presente una fontana e alcune panchine a cavallo tra i due sentieri di andata e ritorno. Risaliamo il ripidissimo è molto faticoso sentiero 439 che in due ore, stremati dal caldo soffocante, ci porta sulla cresta N/O del monte Cornetto e viriamo a sinistra in direzione dell’omonimo monte. La salita si fa in circa 20min con qualche divertente passaggio di I grado. Sulla cima due osservatori e una bella vista della Valsugana e della Valdadige. Riprendiamo la via e al bivio prendiamo la direzione opposta che segue per traccia ben segnata tutta la cresta della montagna. Per la Seconda Cima ce una piccola deviazione che ci porta all’ometto di sommità, mentre per la Terza ci sono solo brulli mughi ad attenderci. Si parte per la regina del gruppo seguendo prima la traccia e poi il 425 con l’ambiente che da brullo inizia a farsi roccioso. Si scende e si sale in continuazione e il nostro stato fisico è ancora molto provato dalla prima parte dell’ascesa. Mangiamo un panino e ci rilassiamo un attimo per poi attaccare il Becco di Filadonna su traccia poco segnata che si scosta dal sentiero principale. La salita con passaggi divertenti sui lastroni sommitali porta alla piccola croce di vetta in marmo con libro. Poco sotto sull’antecima un enorme croce di ferro si mette in mostra su tutto il lago di Caldonazzo. La vista è spaziale. Scendiamo e dopo un po di indecisione per la stachezza e i pochi liquidi rimasti, decidiamo di salire anche la Vigolana, prima per sentiero e poi per traccia in circa mezzora arriviamo al nascostissimo (dai mughi) ometto di vetta e anche li, la vista sul lago e da togliere il fiato. Scendiamo e riprendiamo ti sentirò fino al bivio con il 442 dove iniziamo una ripida discesa in direzione del rifugio Casarotta, arrivando dopo circa un’orae un quarto dalla Vigolana. Una fetta di torta e due belle birre fresche con sguardo di acqua, saluti ai simpatici rifugisti e alla loro comunità di Alpaca che tiene compagnia agli escursionisti e in poco meno di un’ora arriviamo al parcheggio