giovedì 14 marzo 2019

RESOCONTO ANNO 2018

Un anno diverso dagli altri, meno quantità e più qualità, spingendosi piano piano verso i primi quattromila. Un’anno con molte soddisfazioni personali come il completamento del supergruppo delle Piccole Dolomiti, partito (e poi chiuso con un bel tatuaggio) con cima Carega, poi il perfezionamento del massiccio del Baldo in invernale, salendo altre piccole cime prima snobbate. 

Cime nuove solo una trentina, ormai le 104 messneriane (ne faceva 100 all’anno) sono solo un ricordo in quanto le montagne che circondano la mia zona sono tutte completate; però quest’anno oltre a tantissime ripetizioni, più di 70, le cime fatte sono state molto qualitatevoli. La piu alta e ambita è stata l’Ortles, da anni un sogno nel cassetto, la più impegnativa e di soddisfazione la Focobon (in solitaria), vetta che già di suo conto ha pochissime ripetizioni e che credo che in solitaria ne vanti davvero pochissime. Poi la Campanili, cima che mi ha permesso di completare il supergruppo, brulla montagna con evidenti resti bellici fino alla cima e che mi ha fatto escludere fin dall’inizio della salita la prima assoluta che invece credevo. il Sass Rigaiss, vetta piu alta delle Odle (assieme al Gran Furchetta a parimerito) con un’ardita ferrata. La Cavaion, cima dimenticata del gruppo Ortles/Cevedale in val di Rabbi, che volevo affiancare alla vicina Pontevecchio, troppo rischiosa in solitaria in estiva e quindi rimandata. Poi sicuramente da ricordare Cima Nera, spoemdida roccaforte sopra il lago delle Marmotte con panorama mozzafiato sul gruppo Ortles concludendo con un bel anello sulle vette del Cir.


Le ripetizioni sono state molte sulle Piccole e sul Baldo; la parete nord del Plische e il Vallone Osanna in solitaria invernale, le creste del Carega, le salite per il Vajo Bianco, Battisti e Bella Lasta, le ripetizioni di due bei tremila come Vioz e Boè, le salite tra Costabella, Buse e Telegrafo accompagnando amici, il ritorno a Valdritta passando anche da Fontanelle.

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