venerdì 22 luglio 2016

CIMA MONTE PERGO (06/01/16)



Regione: Veneto, Verona
Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Prealpi Venete - Gruppo Piccole Dolomiti
Elevazione: 945m slm 
Tipologia: percorso ad anello con conquista della cima.
Itinerario: dal museo dei Fossili ad anello rientrando allo stesso
Percorso: Sentiero (poco) segnato 
Percorrenza: circa 3,5h totali
Dislivello: non calcolato
Difficoltà: T
Libro di vetta: no
Croce di vetta: si 
Flora e fauna intravisti degni di nota:   Nulla
Densità escursionistica: un paio di ciclisti.
Punti d'appoggio: A Bolca centro si trova una pizzeria e un bar.
Note: Da visitare il museo dei fossili.

Cercare qualcosa da fare senza ciaspole o ramponi il giorno dell'Epifania non è proprio facile, quindi mi metto a cercare sul web e trovo interessanti alcuni percorsi creati dal prof.Zanderigo, originario di Bolca, con l'ausilio della pro loco del posto.
Da quanto si percepisce online, i percorsi sono segnati per colore e il segnavia è un pesciolino (il pesce angelo e uno dei simboli del museo locale) mal stampato su tronchi o rocce. Nonostante ciò mi avvio verso questo paesetto disperso già visitato in fanciullezza per il gia citato museo.

Arrivato in centro è parcheggiata la macchina al museo, inizio a guardarmi in giro e trovo un cartello in legno verticale con tutti i percorsi colorati che circondano la zona.
I percorsi sono sei, io opto per il pesciolino verde in quanto pare che oltre ad avere un minimo di ascesa, ci sia pure un interessante visita in un paio di cascine abbandonate. Mi dirigo verso nord e non senza difficoltà individuo i primi due pesciolini verdi, attraverso perlopiù asfalto finché non è imbocco l'ascesa al monte Pergo, massima elevazione dove è presente una grossa croce di pietra lungo la strada (nella zona sono presenti quattro misteriosi croci, pare siano state create da un certo Celestino Baldo, un mendicante originario di Bolca) la salita ovviamente è molto leggera e mescolata alla neve fresca appena caduta è pure piacevole; 

si arriva all'intersezione con la una piccola contrada di nome Venchi, arrivo al monte Spilecco, il terzo punto più alto del paese e dove pare in passato abbiano trovato parecchi denti di squalo fossile; si prosegue con un sali e scendi e in lontananza si intravede l'unica turbina eolica presente in quest'area e che fornisce energia alla vicina comunità di Vestenanova; incrocio alcuni ruderi e scendo fino ha una piccola cava sulla sinistra dove sono evidenti scavi effettuati alla ricerca di fossili. Proseguo per la strada asfaltata tra salite e discese e in uno splendido paesaggio invernale, arrivo ad un bivio senza presenza di pesciolini, almeno visibili; opto per la discesa seguendo un capitello lungo il sentiero e trovo uno dei punti più importanti del percorso verde, la casa del sarto; qui c'è una bellissima cascina abbandonata immersa nel bosco innevato, tra le poche case si nota una tavola di marmo di origine profano indicante l'anno 1573 e una forbice ad indicare appunto che quella era una casa dedita alla sartoria. 

Subito dopo vedo le indicazioni per una "giassara" (ghiacciaia) fuori pista, un giro di pochi minuti per vedere la costruzione abbandonata. Proseguo con una ripida discesa fino ad imboccare nuovamente una strada asfaltata che costeggia un recinto con parecchi animali da razzolo; mi riporto sul sentiero e poi mi spingo in una salita piuttosto fastidiosa a causa dell'asfalto notando che sto rientrando nuovamente in paese da dove sono arrivato con l'auto; incrocio la strada con la Pesciaia (la piu grande e celebre cava di fossili della località) e arrivo in paese per poi risalire senza problemi al parcheggio.
Consiglio questi percorsi per una semplice passeggiata domenicale, come periodo è preferibile l'inverno per godersi il paesaggio invernale. 

Nessun commento:

Posta un commento