mercoledì 29 marzo 2017

CIMA TIBET E CIMA MADONNINA (01/03/2017)


CIMA TIBET E CIMA MADONNINA (01/03/2017)
Regione: Veneto, Verona
Gruppo: Prealpi - Prealpi Venete - Gruppo Piccole Dolomiti
Elevazione: 2140m slm (Madonnina)
Tipologia: percorso ad anello con conquista delle cime.
Itinerario: Da Rifugio Revolto, Passo Pertica, E7, 108, via di misto, Tibet, Madonnina e rientro dal vallone a Malga Campobrun, Pertica s Revolto
Percorso: Sentiero segnato, traccia segnata, via di roccia
Percorrenza: 6h con soste
Dislivello: circa 1000m
Difficoltà: A
Libro di vetta: si (solo su Madonnina)
Croce di vetta: Si (palo tibetano con bandierine su Tibet, Madonna su Madonnina).
Flora e fauna intravisti degni di nota: Una decina di camosci
Densità escursionistica: tre scialpinisti
Punti d'appoggio: Rif.Revolto, Rif. Pertica, Malga Campobrun (tutti chiusi al momento)
Note: Impegnativa ascesa alla costa media del Carega, i piani erano di affrontare la direttissima (108 delle creste) o il vallon della teleferica (108b, già affrontato per cima Carega), poi la nevicata nella nottata stessa coprendo completamente ogni forma di traccia mi ha portato alla scalata che segue.

Avevo rinunciato circa 20gg alla costa media e a due delle cinque vette che ancora mi mancano per completare il gruppo del Carega, ovvero Tibet e Madonnina (mancano Posta, Cherlong e Grole), il tutto per le forti nevicate che hanno portato a 80cm la valle di Campobrun e la fievole traccia che portava al vallone delle teleferica, quel giorno infatti ripiegai su un trekking d'allenamento con ciaspole fino a Scalorbi e un salto fino al Plische; oggi no, la costa media era da fare. Meteo fedele con giornata eccezionale post pioggia, solo che da poco sopra Giazza aveva nevicato la notte, quindi primo imprevisto, l'auto arriva fino a 2km da Revolto, parcheggio e affronto su neve fresca (senza ciaspole) ma non  profondissima il ripido bosco, arrivando già a Revolto e il Cristo delle vette con un polmone compromesso; su consiglio di un alpinista che era stato una settimana prima di me ho portato parecchia attrezzatura tra cui una 15ina di metri di corda. Non mi deprimo e col sole che si alza arrivo al Pertica, traccia zero sulla forestale e7, la situazione si fa critica, scavalco da una scorciatoia la direttissima e arrivo al 108b, peggio che peggio, ma la vista della Madonnina di vetta mi da coraggio, indosso imbrago, ramponi, casco ed estraggo le gemelle (le picche da ghiaccio), parto dal 108b, perdo quasi subito l'intuizione della traccia e inizio temerario a seguire le impronte di due presumibili lupi. Il percorso in semiverticalità è sfiancante, soprattutto con la neve fresca e i ramponi a sprofondare, la via segue un vallone a cavallo tra il 108 e 108b; tenacia e ambizione mi portano in cresta dopo 2,5h di arrampicata (con varie soste), gia intravedevo la madonnina, ora oltre ad un orrizzonte colmo di alpi occidentali, intravedo a sud cima tibet, mi avvio con un paesaggio alpino mozzafiato, camosci che osservano curiosi e la cresta farinosamente bianca; Cima Tibet è fatta, mi giro e proseguo la cavalcata aerea sulla cresta innevata, poco sotto cima Maddonina il patatrac, mi sfila il laccio del rampone, la cordura è congelata, provo con un coltellino ad infilarla ma la punta della lama si smussa e finisce sul mio indice sinistro, squarciandolo (4 pt il giorno dopo al pronto soccorso); tampono con neve e un kit d'emergenza, arrivo alla Madonnina di vetta e poi osservo le non troppo distanti Cherlong e Posta anticipate da Carega..senza neve, imprevisti e ferite forse le avrei potute fare tutte assieme, niente, sono le 16:15, non posso permettermi ne di proseguire e ne di fare il vertiginiso percorso a ritroso, seguo una scia di uno scialpinista scendendo dal Vallone delle teleferica a zigzag e arrivo alla macchina quasi al buio delle 18:15.
Cime di moderata elevazione ma ascesa, terreno, orientamento e spirito di sopravvivenza da farmi chiudere gli occhi soddisfatto una volta a casa.  

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