domenica 11 settembre 2016

CIMA D'ASTA (03/08/16)


CIMA D'ASTA (03/08/16)
Regione: Trentino Alto Adige Trento
Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Dolomitiche - Gruppo Cima Asta Lagorai
Elevazione: 2847m slm
Tipologia: Conquista della Cima e ritorno
Itinerario: da Malga Sorgazza (Pieve Tesino, Trento) a Rifugio Brentari attraverso sent.327, poi dal rifugio alla cima sentiero attrezzato 364 e ritorno.
Percorso: Sentiero Segnato
Percorrenza: 9h totali senza soste
Dislivello: 1600m (3200m totali)
Difficoltà: EED
Libro di vetta: Si
Croce di vetta: Si
Flora e fauna intravisti degni di nota:  Una marmottina sul Bualon
Densità escursionistica: Medio-alta fino al rifugio, bassa sul 364
Punti d'appoggio: Rifugio Brentari, Capanna Cavinato.
Note: Percorso complessivo molto lungo e, molto faticoso dal rifugio alla vetta, serve un ottimo allenamento, i cartelli della SAT sono stranamente sottostimati (quindi fate attenzione che se scrivono un ora di percorrenza, quasi sicuramente sono 1,20h almeno); il 364 non necessità di imbracature ma dal passo della Forzelleta alla valle che poi porta in cima è attrezzato con corda metallica ed è molto esposto, serve buona forza fisica e no vertigini.
Il sentiero è sempre ben segnato, fin troppo, infatti e facile confondersi con vecchi segnavia che portano a sentieri dismessi o franati, cercate sempre i segnali piu recenti; pecca invece in segnaletica verticale.

L'obbiettivo settimanale era il Vioz ma la neve in cima mi ha fatto ripiegare per questa comunque ambiziosa cima attraverso un percorso assai piu lungo e faticoso, e le premesse infatti si sono mantenute fedeli.
Arrivo a Pieve Tesino e svolto verso la Val Malene (cartelli marroni) proseguo sulla strada principale parcheggiando a Malga Sorgazza in un ampio parcheggio di buon ora (ore 8:15, partito da casa alle 6:30). Salgo la rotabile che costeggia il ruscello che mi accompagnerà fino al rifugio e incrocio subito un cimitero d'onore del 15/18. La strada è lunga ed inutile, sfianca per 40 minuti buoni quando basterebbe un parcheggio a fine strada, dove, trovo la teleferica ed inizia il sentiero 327 che tra ponticelli e qualche salitina è pure piacevole; dopo meno di mezzora arrivo al vallone di cima d'Asta, denominato Bualon, inizia un sentiero in salita a tornanti discretamente ripido che dura quasi un ora, si arriva quindi ad attraversare il ruscello con l'opzione di svoltare per il piu corto sentiero attrezzato 327b (i Lastoni) o proseguire sul 327 passando per il Trodo degli Aseni, molto piu panoramico, optiamo per questo visto che come percorrenza da 1h (1h e 30' reali) fino al rifugio in ambo i sentieri; si arriva al Lago Cima D'Asta e poi al bellissimo Rifugio, in un ampio piazzale panoramico dove c'e pure la teleferica d'arrivo, un eliporto e una capanna d'appoggio; birretta e medaglia (prezzi buoni e personale ospitale) e poi via alla vetta con il 364, e qui, il primo errore, seguo il cartello verticale ma per evitare un enorma pozza (un lago) che circum-evito mi aggancio ad un sentiero pieno di ometti e segnavia dove arrivo ad una forcella che schiva la cima; tempo per quattro parolacce e torno al rifugio perdendo 45 min sul gia sottostimato tempo di percorrenza; mi infilo su per il 364 che arriva in ripida ascesa alla Forzeletta, da qui si scende ripidamente (quasi verticale) con fune metallica fino alla valle che poi porterà alla cima (Lastè dei fiori); qui approfitto dell'unica traccia di segnale telefonico per mandare due messaggi, nel frattempo arriva un altro escursionista che mi scivola davanti, parliamo in inglese per tre minuti e poi scopriamo di essere italiani, io temendo un altro errore chiedo se va in cima e lui confermandomi e rassicurandomi di esserci gia stato mi invita a seguirlo, il ragazzo nonostante la storta va come uno stambecco, io gia provato da un fuoripista di 40 minuti lo distanzio un po e, perdendolo mi avventuro involontariamente nel cimone d'asta (così denominato da un segnavia), una vetta frontale e poco piu bassa della cima d'asta, molto piu esposta e con passaggi di free climbling; mi rendo conto che la croce è sulla montagna opposta a dove sono vedendo due escursionisti discendervi; inoltre perdo il ragazzo e perdo i segnavia rimanendo per un' ora  buona in balia delle rocce tentando vari passaggi (sfiancandomi) in arrampicata libera; mi dico, attendo il rientro del ragazzo che vedo in vetta al cimone ma poi, tenacia e fortuna mi fanno scovare un  segnale biancorosso che mi porta al crocevia delle due cime; risalgo la tortuosa cima a scaloni con tratti abbastanza esposti ma mai fastidiosi ed arrivo alla vetta cosparsa di nubi; foto con la croce, firma sul libro di vetta e visita al carinissimo bivacco Cavinato, dedicato ad un ragazzo che ha perso la vita anni fa su queste montagne, ospitante fino a 6 posti letto; discendo la cima con i piedi cotti dalle quasi due ore di errore, risalgo la Forzelleta con i cavi metallici e arrivo senz'acqua al Brentari ormai a tarda ora, intorno le 17:30, ora in cui dovrei aver gia concluso l'escursione secondo i miei calcoli; ovviamente zero segnale e quindi accelero sulla breve sosta e mi fiondo a ritroso sul percorso che termino immerso nelle nubi andando spedito e senza soste in tre ore (contro le 2,20 segnalate). Alle 20:20 arrivo al parcheggio dopo 12h di escursione mentre a casa avevano gia contattato tutta la cavalleria dandomi per disperso. Escursione indubbiamente bella ma sicuramente impegnativa e con parecchi fastidi, dalla rotabile inutile e sfiancante di inizio/fine percorso, ai tanti e confusionari segni orizzontali a dispetto dei pochi verticali alle infine ore sottostimate dei segnavia del SAT trentino; come già ribadito evidenzio la necessità di un ottimo allenamento per affrontare questa intera giornata su questa montagna dai paesaggi mozzafiato.

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