mercoledì 6 settembre 2017

CIMA DI CECE (09/06/2017)


CIMA DI CECE  (09/06/2017)
- Regione: Trentino alto Adige, Trento
- Gruppo: Alpi Retiche, Gruppo Cima d'Asta e Lagorai
- Elevazione: 2754m slm
- Tipologia: Conquista della vetta and back
- Itinerario: da malga Valmaggiore fino al Bivacco Paolo e Nicola per sent.335, poi 349 fino a forcella di Cece, per traccia alla vetta e percorso a ritroso
- Percorso: Sentiero e traccia segnata
- Percorrenza: 7h
- Dislivello: 1250m
- Difficoltà: EE
- Libro di vetta: Si
- Croce di vetta: si
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Nulla
- Densità escursionistica: 5/6 escursionisti
- Punti d'appoggio: Malga Valmaggiore, Bivacco Paolo e Nicola
- Note: Percorso interessante Sia dal punto di vista paesaggistico che da quello storico, il Lagorai è ricco di resti e postazioni belliche oltre ad essere un gruppo poco frequentato e quindi abbastanza selvaggio, questa cima ne rappresenta la massima sommità.

Non sono in formissima ma decido ugualmente di andare per il meteo buono e da Predazzo seguo le indicazioni per Valmaggiore dove parcheggio nei pressi della Malga omonima. Al segnavia risalgo il torrente nel boschetto fino all'arrivo nell'immensa valle dove un tortuoso sentiero tra rocce ed erba mi porta in circa due ore alla forcella Valmaggiore con omonima cima a destra e il bivacco di fronte con molti resti bellici raccolti tra cui qualche resto umano. Tempo per due chiacchiere con un ragazzo che ha tentato la Traslagorai ma si è trovato impantanato in mezzo metro e più di neve per quasi tutto il sentiero perdendo parecchio tempo e non arrivando in tempo all'appuntamento con i suoi amici alla fine del sentiero. La cosa mi preoccupa visto che per una minima parte devo fare anche io quel sentiero e nonostante abbia i ramponi la neve a sua detta è molto morbida e sprofondosa. Risalgo il 349 e due ragazzi che scendono dal nostro obiettivo mi rassicurano dicendo che di neve fino alla forcella ce n'è molto poca; il sentiero ora inizia a farsi lunare e ricco di pietre ferruginose. Spuntano i denti di Cece, il Palon e la nostra meta, il paesaggio è spettrale da tanto sono aguzzi le guglie mescolate alla neve e al pietrume che circonda l'area. Il Dente (in realtà sono tre ma solo quello più grande è considerato una guglia) so che ha un paio di vie alpinistiche da IV a VI e quindi lo scarto anche se è veramente un capolavoro di roccia, vento e acqua. Il Palon, che da relazioni (solo 2) sembrava frequentato solo da fantasmi, infatti si relazionava che sopra sono presenti segni bellici talmente benmessi che si presumeva fossero salite si e no 5 persone dalla fine della Grande Guerra, invece svetta una bella croce di vetta che fa presumere che qualcuno ci vada anche se confermo non esserci sentieri ufficiali se non i resti delle tracce militari e che, almeno dal lato del 349 la parete è impraticabile. Punto alla cima di Cece che ancora non se vede l'estremità e nelle vicinanze della forcella trovo un bel canalone di neve dove arrampico con qualche difficoltà arrivando al bivio con la Traslagorai. La traccia che porta in cima effettivamente è abbastanza sgombra ma il tentare un giro ad anello per cercare di catturare qualche altra vetta è veramente impossibile come raccontava il ragazzo alla bivacco a causa della neve. Risalgo la traccia e decido di abbandonarla per seguirne una militare con qualche ometto qua e la, qualche passaggio di secondo grado e inizio a vedere la lontana croce che raggiungo in circa 15 minuti. Panorama fantastico anche se leggermente annuvolato, tempo per la firma su il libro e qualche foto, un pranzetto veloce e inizio la discesa. Alla forcella tento qualche decina di metri sulla neve ma vedo che si rischia di scendere a valle assieme ad una valanga. Torno indietro e scendo a fatica quel famoso passaggio cosparso di neve, poi mi dirigo al bivacco e infine all'interminabile vallata che mi porta fino al parcheggio.

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