sabato 18 novembre 2017

CIMA TRE CROCI, TERRAZZO E MESOLE (22/07/2017)


CIMA TRE CROCI, TERRAZZO E MESOLE  (22/07/2017)
- Regione: Veneto, Vicenza
- Gruppo: Piccole Dolomiti, Gruppo Tre Croci
- Elevazione: 1939m slm (Tre Croci)
- Tipologia: conquista delle cime con rientro alternativo. 
- Itinerario: dal Rif. Bertagnoli sent.207, poi a destra 202 e per traccia al Mesola, rientro fino all'inters.207 e proseguo dritto per 202 fino all'inters. col 282 e per traccia al Terrazzo, rientro e fino al passo Zevola e sotto il Tre Croci per 202, per traccia fino alla cima e poi sempre per traccia allo Zevola scendendo all'omonimo passo dove rientro fino a passo Scagina, da li per 221 fino al rifugio. 
- Percorso: Sentiero segnato e traccia non sempre segnata.
- Percorrenza: 7,5h
- Dislivello: circa 1000
- Difficoltà: EE
- Libro di vetta: no
- Croce di vetta: no
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Nessuno
- Densità escursionistica: c'era una maratona trail lungo quasi tutto il sentiero, devo aggiungere altro?
- Punti d'appoggio: Rif. Bepi Bertagnoli, Malga Fraselle di Sotto.
- Note: Avanti col meteo incerto che sta letteralmente rovinando tutti i miei propositi alpinistici estivi e avanti col completamento delle Piccole Dolomiti. Andiamo oggi a tappare alcuni lassi rimasti indietro in altre escursioni. 

L'idea di oggi era di chiudere il cerchio nel ad est con Mesole e la Bella Lasta. Sul web ce poco o nulla sulla seconda, se non qualche accenno su vie alpinistiche su roccia pessima, il Mesole, anche lui con una nord alpinistica, ha invece una docile est senza traccia. Io per non saper ne leggere ne scrivere mi porto dietro tutta l'attrezzatura anche per eventuali doppie.
Parto dal parcheggio del Bertagnoli per faticoso sentiero boschivo dove incrocio qualche escursionista. Arrivato al passo del Mesole inizio ad incrociare qualche trailrunner (non salutateli che devono risparmiare fiato) inconsapevole dell'ultrarail in corso. Circondo tutta la pratosità verticale del Mesole e con quando giungo con vista sul conosciuto Monte Campetto, risalgo per prati in venti minuti la dolce cresta est raggiungendo la sommità dove ci sono dei presumibili resti di una croce. Dall'alto guardo sconsolato la Bella Lasta, una fortezza da nord, da est e da Sud, spero nell'ovest ma credo che avremmo un altro inciampo dopo il monte Laghetto.
Riscendo fino al passo del Mesole incrociando miriadi di runner di cui noto finalmente la pettorina, la Ultra Rail d'Havoc, 80km da Piovene a Valdagno passando per il Carega, pazzissimmi!
 Niente, neanche ad ovest la Bella Lasta mi da spiragli. Mi guardo in giro, vedo la bella giornata e mi dico… Perché non chiudere definitivamente tutto il sottogruppo? Mi rimangono Monte Terrazzo e cima Tre Croci (evitata quest'inverno per scarso interesse e traccia coperta da neve). Inizio la scarpinata, arrivando dopo chilometri alle falde del monte Terrazzo che risalgo per traccia semi sparita; la traccia sparisce del tutto e grazie al gps raggiungo la sommità dove sono presenti alcuni mughi. Ritorno per la stessa via in direzione passo Zevola Dove è presente una postazione del soccorso alpino per la maratona , passo che supero cercando l'aggancio all'ormai visibile ultima cima di oggi. Arrivo quasi al passo della Lora (un paio di curve prima) e si nota un sasso con un bollo rosso, Da lì a poco più avanti un altro sasso con bollo rosso e cosi via; la traccia è quasi completamente coperto dalla vegetazione, da quello che so non sali più nessuno da parecchio tempo se non di inverno per sci-alpinismo. I mughi hanno completamente inghiottito il sentiero che in alcuni casi si fa veramente ripido e in altri casi mi devo praticamente abbassare camminando e strisciando a gattoni per poter superare i mughi. Riesco a fatica a superare la vegetazione e mi aspetta l'ultimo tratto ripido prima di arrivare in cresta dove successivamente in pochi minuti raggiungo il palo di sommità e l'ometto con disegnate in rosso le tre croci. I bolli rossi sono un vero toccasana per arrivare in cima, se si dovesse seguire solamente la traccia sarebbe praticamente impossibile arrivarci .Seppur non arriva a 2000 m la vista da questa posizione è veramente spaziale, devo ammettere di aver sottovalutato quest'inverno questa elevazione molto bella. Scendo al passo dello Zevola collegandomi al Monte Zevola stesso e poi faccio il sentiero tutto a ritroso arrivando al passo della Scagina (ovviamente Osservo con amarezza la traccia che porta al Monte Laghetto); da li decido di seguire il ripidissimo e noioso 221, Ultima parte con qualche tratto attrezzato non complicato e infine a rifugio per una bella birra.

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