lunedì 2 luglio 2018

CIMA FONTANELLE (06/12/2017)

CIMA FONTANELLE (06/12/2017)
- Regione: Veneto, Verona
- Gruppo: Prealpi Lombarde, Gruppo Baldo 
- Elevazione: 2207 slm  
- Tipologia: conquista della cima and back
- Itinerario: Da malga Valfredda per sent.Lino Ottaviani, poi 652 e 641 fino a forcella Fontanelle, poi per tracce in vetta e ritorno dalla stessa via alla malga
- Percorso: Sentiero segnato, traccia non segnata
- Percorrenza: circa 9h senza soste
- Dislivello: 1000m
- Difficoltà: EE AI I
- Libro di vetta: No
- Croce di vetta:No
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Camosci in quantità
- Densità escursionistica: un ragazzo con un cane
- Punti d'appoggio: Rif.Chierego, Fiori del Baldo e Telegrafo
- Note: Giro lungo evitando la via normale per la suddetta cima, la seconda per elevazione del massiccio. La via normale da cavallo di Novezza ha la strada bloccata per rischio valanghe (constatato 10 giorni prima all’escursione al Monte Erbe), quindi opto per la lunga via dalla Valfredda, un giro di 10h andata e ritorno per comodo sentiero quando non in ambiente innevato.

L’obbiettivo di oggi era completare il massiccio, cosa che per errori topografici ero convinto di aver gia fatto ai primi dell’anno, quindi oltre a Fontanelle e cima Val Finestra (Già conquistata durante l’ascensione a cima Pozzette e Longino ma non fotografata), una piccola punta che fa da spalla alla Valdritta, la vetta principale.
Arrivo alle 7:30 al parcheggio godendomi l’alba rossa di una giornata senza nubi. La voglia non è alle stelle visto l’ambiente innevato e il lunghissimo avvicinamento per una cima raggiungibile in 2,5 ore per la via normale, ma proseguo. Il percorso e tutto innevato e vetrato ma per ora mi faccio bastare il vibram dei scarponi; in un ora arrivo al Chierego e opto per la meno impervia via ovest che da aggira la Costabella e da sul Garda. Supero vetta delle Buse tra gruppi di camosci e arrivo al Col Santo dove all’ultimo inverno avrei desiderato un po di corda per una doppia dalla tanta neve che si era accumulata. Questa volta lo aggiro facilmente ma metto i ramponi, il 651 è su cengia molto esposta e uno scivolone potrebbe diventare fatale. Inizio a trovare cumuli di neve fresca tra il passo del Camino e Cima Telegrafo. Rimango sul 651 proseguendo e superando cima Pettorina (che la volta prima avevo scambiato per l’obbiettivo di oggi a causa di una relazione sul web errata e una mia sopravvalutazione della stessa) inizio ad incontrare accumuli importanti di neve fino al ginocchio su valloni molto importanti. Giungo nell’area di Fontanelle e vedo quella che dovrebbe essere la via normale, una traccia su dorsale che parte dal 651 e risale la cresta est con passi di I e II grodo superando le due delle tre antecima prima di arrivare in sommità. La neve vetrata rende molto pericolosa la cosa quindi proseguo in cerca di tracce, ormai quasi sparite sull’estivamente frequentato  651  e trovo qualche vecchia impronta sulla spalla est, faccio uscire la piccozza ed inizio ad arrampicare su misto con passaggi di I e II incrociando una traccia su neve, qualcuno era passato giorni prima. Risalgo e arrivo in cresta, la spalla ovest è strapiobante, seguo la cresta con piede fermo e assenza di vertigine arrivando alla prima antecima, la seconda con cavalcioni sulla cresta e infine con qualche lasso articolato evito l’ultimo tratto di cresta e mi faccio 5/6 m di arrampicata raggiungendo la spoglia sommità.
Tempo per la foro e scendo subito visto che il tramonto arriva a breve e manca ancora la Val Finestra. Al ritorno trovo un buon punto per una clessidra e non mi rischio troppo allestendo una doppia. Tornato sul 651 arrivo a forcella Valdritta e sotto l’omonima e gia toccata cima con visibile croce; anche qui senza ramponi la traccia finale sarebbe impossibile; la cosa non mi tocco e proseguo vedendo la vicina Val Finestra. Questa cima, considerata tale ma per molti una spalla della Valdritta si erge di pochi metri sopra il 651, è stata superata da me almeno due volte ma mai raggiunta in sommità per disinteresse, ora per ovvi motivi di completamento la vorrei fare vista la semplicità. Affronto la cengia con parte di neve accumulata fino alla vita, senza traccia, mancheranno 200 metri e di fronte a me l’ultimo enorme vallone dopo 5 ore di avvicinamento, faccio i primi passi e sprofondo, 3 metri sopra di me inizia a creparsi la neve, faccio dietrofront con calma e mi riporto sulla mia traccia facendo ritirata. Il mio intuito mi diceva che sarei arrivato a valle com chissà quanti metri cubi di neve. Obbiettivo fallito e altre 4 ore per rientrare con uno splendido tramonto rosso sul lago di Garda e ultima ora con il frontalino fino al parcheggio. Peccato, ne manca per poco ancora una, ma meglio saper accettare una sconfitta e poterci ritornare che rischiare un azzardo cosi grosso.

Cima Val Finestra verrà ri-conquistata ed immortalata nel giugno del 2018.

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