mercoledì 3 ottobre 2018

CIMA ORTLES E TABARETTA (04-05/08/2018)


CIMA ORTLES E TABARETTA (04-05/08/2018)
- Regione: Trentino Alto Adige, Bolzano
- Gruppo: Alpi Orientali, Ortles Cevedale
- Elevazione: 3905m slm
- Tipologia: conquista della cima and back
- Itinerario: Da Solda per seggiovia dell’Orso poi via sent.104 al rifugio Payer e poi per traccia alla cima con rientro per la stessa via.
- Percorso: Sentiero segnato, traccia non sempre segnata
- Percorrenza: circa 15h con soste
- Dislivello: 1900m
- Difficoltà: A III+
- Libro di vetta: Si ambo le cime
- Croce di vetta: Si (solo Ortles)
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Qualche taccola
- Densità escursionistica: Fino al Payer molti escursionisti, dopo 8 cordate
- Punti d'appoggio: Rif. Tabaretta, Rif. Payer, biv. Skiatori
- Note: Imponente montagna e altrettanto imponente percorso per raggiungerla, si attraversano tutti i panorami montani, dai prati erbosi alla Morena glaciale a sentieri su roccia, all’arrampicata su roccia, l’arrampicata su ghiaccio e infine i passaggi su ghiacciai crepacciati; da m affrontare con Guida Alpina  o con compagni di cordata molto esperti su tutti i terreni montani.

Il ritrovo a Bolzano con il nostro capocordata Andrea è gia il primo ostacolo da superare a causa del weekend trafficato previsto e infatti fino allo svincolo sulle Dolomiti perdiamo piu di un’ora e mezza di tempo. Arriviamo a Soldà con due ore di ritardo sull’arrivo previsto con il gigante nero che ci osserva mostrandoci la sua temuta parete nord ma non la cima a causa delle nuvole gia previste dal meteo. Prendiamo la seggiovia dell’orso che ci fa tagliare un bel pezzo di strada e a monte viriamo a destra mantenendo il “re nero” sulla nostra sinistra e percorriamo un sentiero in falsopiano che ci porta alla morena glaciale sotto la parete nord, cosparsa di targhe di alpinisti che mai vi hanno fatto ritorno. Risaliamo sempre su sentiero pratoso la montagnola che culmina col rifugio Tabaretta e nel mentre, il gigante nero ci fa tremare con una scarica di sassi dal punto chiave della parete nord rimbombando come un ordigno per molti minuti. Piccola sosta al Tabaretta dove poi prendiamo il sentiero roccioso che porta all’arroccato rifugio Payer sfoltendo molti escursionisti. A parte un ponte in legno che suoera un burrone e un tratto attrezzato su cengia stretta il sentiero non presenta difficoltà e in circa 3 orette arriviamo al nostro alloggio di poco sopra i 3000m in una splendida cornice con l’Ortles a guardarci e vista su Cima Solda ad ovest e Alpi Aurine e Tauri a nordest. Un ottima cena, due chiacchere e alle 22 tutti in branda che alle 4:00 ce la colazione in tavola. La notte passa in dormiveglia, gli incubi del maltempo e la paura di non svegliarsi la fanno da padrone. Alle 4:30, finita la colazione partiamo, ci imbraghiamo (siamo in 4) e ci leghiamo in conserva attraversando col solo frontalino le prime cengie strapiombanti al buio. Il percorso è alpinistico fin da subito e dopo la prima oretta si giunge con l’alba alla parte piu difficile dove si arrampica su roccia su strette crestine dove non è consentito l’errore dove, nei punti piu nevralgici vi è l’ausilio della catena o del canapone. Superata la parte rocciosa e toccando cima Tabaretta (spartana croce di legno),  parte il ghiacciaio dove infiliamo i ramponi ed estraiamo la picca. Il ghiacciaio è enorme, pieno di crepacci e con una serraccata spaventosa sopra la nostra testa. Ci muoviamo agevolmente fino all’altezza del bivacco Skiatorr dove vi è un infida paretina di ghiaccio vivo che ci mette a dura prova. Ripartiamo per l’infinita spalla ovest del ghiacciaio iniziando a sentire sia quota che stanchezza. L’idea di mollare visto che l’arrivo in vetta doveva avvenire non oltre le 10 per il surriscaldamento del ghiaccio E la possibilità di distacco di serracchi (la giornata è ottima) ma la croce di vetta in lontananza ci da fiducia. Un ultimo sforzo sulla cima di misto ed è vetta; il punto piu alto del Trentino Alto Adige, delle Alpi Orientali e la conquista di una delle montagne piu ambite (nonostante non tocchi i 4000) mi fa quasi magone. Abbracci, firme sul libro di vetta e tante foto. Poi cinque minuti per godersi la vista sul gran Zebru, il monte Zebru e dietro tutto il resto del gruppo, la parete Hintergrat, Solda..uno spettacolo, ma è ora di ripartire o il ghiaccio potrebbe farci brutti scherzi. La discesa avviene a ritroso con tappa (d’obbligo) al Payer a recuperare liquidi e parte dello zaino. Il rientro con stanchezza e doppio della strada è piu lento, due calate in doppia rallentano le cordate e senza sosta dal Payer giungiamo alla seggiovia giusti per l’ultima corsa. Stremato, a valle mi accascio e penso a quel gigante nero che mi ha concesso di sostare sulla sua vetta.

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