lunedì 3 settembre 2018

CIMA CAMPANILI (30/03/2018)



CIMA CAMPANILI (30/03/2018)
- Regione: Trentino Alto Adige, Trento.
- Gruppo: Piccole Dolomiti, Massiccio del Pasubio 
- Elevazione:1704m slm
- Tipologia: conquista delle cima e ritorno. 
- Itinerario: Da Maso Perucca in Val Prigioni per carrareccia e poi per sentiero fino a sella Stadel; da li poi per lieve traccia militare si sale per dorsale sud alla vetta. Rientro per la stessa via. 
- Percorso: Sentiero segnato, traccia non sempre segnata
- Percorrenza: circa 8h con soste
- Dislivello: 900m
- Difficoltà: A (III)
- Libro di vetta: No
- Croce di vetta: No
- Flora e fauna intravisti degni di nota: Camosci
- Densità escursionistica: Nessuno
- Punti d'appoggio: Nessuno
- Note: Interessante escursione dal punto di vista storico ma molto meno dal punto di vista alpininistico. Cima Campanili si trova su un piccolo sottogruppo del Pasubio occidentale tra il monte Stadel (o Dietro il Gasta) e il Cherle (di cui teoricamente vanto la prima assoluta.)

Se non contassimo la Lora come cima (ci andró ovviamente) mi sarebbe rimasta solo questa per completare tutte le vere cime delle Piccole Dolomiti; ascesa gia tentata due volte con vano successo prima da est e nord nello stesso giorno e poi da ovest. Oggi tocca il tentativo dalla dorsale sud-ovest, vista al parcheggio di rientro dal secondo tentativo fallito. Oggi sono con Gerry, fidato e temerario collega con cui sono salito in varie ascese tra cui la via normale alla Marmolada.
Si parte dal maso Perucca in loc. Martini in vallarsa. dal maso per carrareccia, poi per sentiero militare e in circa 40 minuti abbiamo raggiunto la sella che divide lo Stadel dal Campanili; da li un’evidente freccia arancione su roccia indica un piccolo vaio colmo di foglie secche che porta ad alcune trincee o almeno quello che ne resta; abbiamo virato a destra seguendo le trincee cercando un buon attacco per iniziare a salire la dorsale fino ad arrivare ad una postazione di artiglieria incastonata nella roccia in discreto stato.
Fin dai primi passi al di fuori del sentiero e andando avanti era evidente che quella zona era fortemente battuta in periodo bellico e quindi più ci avvicinavamo e più capivamo che la cima non era presumibilmente inviolata come credevamo. Dalla postazione iniziamo a risalire la dorsale per lievi tracce ipoteticamente appartenenti a soldati della grande guerra arrivando ad un’altro “ nido dell’Aquila” in ottimo stato di conservazione. La salita varia da un I ad III+ ma nonostante il terreno sia perlopiù erboso e terroso l’arrampicata è il più delle volte divertente se non che il pensiero arrivava già alla discesa dove difficilmente su un terreno così morbido si sarebbe riusciti a fare delle discrete doppie per la calata. A circa 20 m dalla cima finiamo di arrampicare e notiamo che sulla sommità è presente un grosso tronco con quel che rimane di una bandiera di colore presumibilmente rosso ma quasi completamente scolorito il che ci fa completamente constatare che non siamo i primi salitori. Raggiungiamo camminando sulla crestina l’esile vetta a strapiombo sulla val di Lomo  con a fianco il fratello maggiore Cherle. Sulla cima e su alcuni tratti della via abbiamo lasciato qualche ometto. La discesa viene quasi tutta con un’estenuante disarrampicata fino alle trincee per poi riprendere il sentiero e arrivare al parcheggio. In tutta onestà la salita risulta alpinisticamente di poca attrazione, rimane interessante solo per quei collezionisti di cime che tengono a salire su vette veramente inesplorate. Credo che quasi sicuramente fino alle postazioni di artiglieria sia salito qualche appassionato o archeologo ma sulla sommità potrebbe essere che siamo tra i primi salitori da 100 anni a questa parte anche se confermo nuovamente che la vetta non è assolutamente inviolata.

Una nota interessante per chi vuole affrontare la via; fino quasi alla sommità sembra palese che la cima principale sia quella di sinistra dove si arrampica, vi confermo invece che la vetta principale è quella centrale dove si dovrebbe vedere il tronco con i resti della bandiera.

Nessun commento:

Posta un commento